La profezia di Heinz von Foerster invita a riflettere sulla sostenibilità globale e sulla necessità di politiche responsabili per il futuro dell’umanità.
La previsione di Heinz von Foerster: un monito dalla scienza
Il 13 novembre 2026 è stato indicato dal fisico e filosofo austro-americano Heinz von Foerster come una data simbolica di svolta per l’umanità. In uno studio pubblicato nel 1960 sulla rivista Science e intitolato “Doomsday: Friday, 13 November, A.D. 2026”, von Foerster utilizzò modelli matematici per proiettare la crescita esponenziale della popolazione mondiale, prevedendo che tale andamento avrebbe potuto portare al collasso delle risorse del pianeta.
La sua celebre affermazione, “I nostri pronipoti non moriranno di fame. Saranno schiacciati a morte”, evidenziava l’allarme non per eventi catastrofici naturali, ma per un crollo sistemico causato dall’incapacità delle infrastrutture globali di sostenere una popolazione in continua espansione.
Crescita demografica e sostenibilità: uno scenario in evoluzione
Oltre sessant’anni dopo quella previsione, il panorama demografico appare differente. Sebbene la popolazione mondiale abbia raggiunto gli 8 miliardi nel 2022, i tassi di crescita si stanno progressivamente riducendo, soprattutto in alcune regioni. Tuttavia, le preoccupazioni di von Foerster rimangono attuali: la pressione crescente sulle risorse naturali, il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali continuano a essere problematiche globali di grande rilevanza.
Il modello “Peoplo-stat” e la necessità di un approccio proattivo
Tra le proposte avanzate da von Foerster, spicca il concetto di “Peoplo-stat”, ovvero l’idea di adottare meccanismi di regolazione demografica, tra cui il controllo delle nascite e incentivi per famiglie meno numerose. Sebbene queste politiche siano fonte di dibattito etico e politico, sottolineano la necessità di affrontare la questione della crescita demografica con strategie consapevoli e sostenibili.
Costruire un futuro sostenibile è ancora possibile
Più che una profezia ineluttabile, quella del 13 novembre 2026 deve essere vista come un richiamo alla responsabilità collettiva. Per evitare scenari di crisi, è fondamentale investire in tecnologie verdi, promuovere l’educazione ambientale e implementare politiche di equità sociale. Solo attraverso un impegno condiviso sarà possibile armonizzare lo sviluppo umano con i limiti ecologici del pianeta.
Un simbolo, non una fine
La data indicata da von Foerster assume quindi il valore di simbolo di consapevolezza globale, più che di giorno del giudizio. È un’opportunità per ripensare i modelli di crescita e orientare le scelte politiche, economiche e sociali verso un futuro equo e sostenibile.