In Ruanda è scattato l’allarme per la diffusione del virus Marburg, una notizia che ha messo in allerta l’intera regione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha confermato l’epidemia, dopo aver ricevuto una notifica ufficiale dalle autorità sanitarie ruandesi. Si tratta del primo focolaio di Marburg mai riportato nel Paese africano, un evento che desta particolare preoccupazione per l’alta letalità del virus e la mancanza di terapie specifiche.
Caratteristiche e trasmissione del virus Marburg
Il virus Marburg è parente stretto dell’Ebola e provoca una malattia emorragica acuta e spesso fatale. La letalità varia significativamente tra i focolai, oscillando dal 24% fino all’88% dei casi. La trasmissione iniziale avviene attraverso il contatto con alcune specie di pipistrello, portatori naturali del virus. Tuttavia, una volta che il virus passa all’uomo, il contagio può proseguire tra persone tramite il contatto con fluidi corporei infetti (come sangue, saliva o urina) o superfici contaminate.
La rapidità di diffusione, insieme all’assenza di un vaccino o di un trattamento specifico, rende la malattia particolarmente pericolosa. Per questo motivo, l’OMS raccomanda la massima attenzione e il ricorso a misure di protezione rigorose per evitare ulteriori contagi.
Sintomi e complicanze
I sintomi della malattia da virus Marburg iniziano bruscamente con febbre alta, cefalea intensa e malessere generale. A questi seguono sintomi gastrointestinali come nausea, vomito e diarrea, accompagnati da gravi emorragie interne ed esterne. In molti casi, la febbre emorragica si aggrava fino a portare a shock e insufficienza multiorgano, risultando fatale in breve tempo.
La diagnosi precoce è fondamentale per migliorare le possibilità di sopravvivenza, anche se attualmente non esistono terapie specifiche. I trattamenti disponibili sono di tipo sintomatico e mirano a mantenere l’idratazione, regolare la pressione sanguigna e gestire i sintomi emorragici.
Misure di prevenzione e raccomandazioni
Data la natura virulenta del Marburg, l’OMS raccomanda una serie di misure per contenere il contagio:
- Identificazione rapida dei casi: Monitorare la comparsa dei sintomi e identificare tempestivamente le persone infette per isolarle e ridurre la trasmissione.
- Utilizzo di dispositivi di protezione individuale (DPI): Indossare mascherine, guanti e occhiali protettivi quando si è a contatto con soggetti potenzialmente infetti.
- Igiene e disinfezione: Lavare accuratamente le mani con acqua e sapone o utilizzare soluzioni disinfettanti a base alcolica. Disinfettare regolarmente le superfici con cui entrano in contatto i pazienti.
- Evitare il contatto con animali potenzialmente infetti: Evitare di maneggiare pipistrelli o di consumare carne di animali selvatici senza adeguata cottura.
- Limitare gli spostamenti non necessari: Ridurre gli spostamenti nelle aree colpite dall’epidemia per limitare l’esposizione al virus.
Stato attuale e rischio epidemiologico
L’OMS ha classificato il rischio del focolaio di Marburg in Ruanda come “molto alto a livello nazionale”, “alto a livello regionale” e “basso a livello globale”. Questo significa che, sebbene il focolaio sia circoscritto geograficamente, esiste la possibilità che si espanda nei Paesi limitrofi se non gestito tempestivamente.
Per ora, l’attenzione è concentrata sul contenimento e sul monitoraggio attivo dei contatti, con un focus particolare sull’informazione delle comunità locali. L’obiettivo è fermare sul nascere la diffusione del virus e ridurre al minimo l’impatto di questa grave emergenza sanitaria.
In conclusione, l’epidemia di Marburg in Ruanda rappresenta una minaccia sanitaria significativa, che richiede una risposta coordinata e immediata. Nell’attesa di ulteriori aggiornamenti, le autorità sanitarie e l’OMS continuano a monitorare la situazione con estrema cautela.