Le terre rare sono tra le risorse più strategiche del pianeta, fondamentali per la tecnologia moderna e l’industria della difesa. Mentre il mondo dipende in gran parte dalla Cina per l’estrazione e la raffinazione di questi elementi, nuovi scenari geopolitici potrebbero ridefinire il controllo su queste risorse. E al centro della contesa emerge un attore inatteso: l’Ucraina.
Cosa sono le terre rare e perché sono così importanti?
Gli elementi delle terre rare (REE – Rare Earth Elements) sono un gruppo di 17 elementi chimici, tra cui lantanidi, scandio e ittrio, noti per le loro proprietà uniche in ambito elettrico, magnetico e catalitico. Sono essenziali in settori che spaziano dall’alta tecnologia (batterie, laser, magneti) alla difesa (radar, missili), fino alla green economy, con impieghi nelle energie rinnovabili e nei veicoli elettrici.
Si dividono in due categorie principali:
- Terre rare leggere (LREE): includono elementi come lantanio, cerio e neodimio, più abbondanti e facili da estrarre.
- Terre rare pesanti (HREE): come samario, itterbio e lutezio, molto più rare e preziose, fondamentali per le tecnologie emergenti.
Il problema? La loro distribuzione è tutt’altro che uniforme.
La Cina domina il mercato, ma l’Ucraina potrebbe cambiare gli equilibri
Attualmente, la Cina controlla circa il 97% della produzione globale di terre rare, con il mastodontico giacimento di Bayan Obo a dominare il mercato delle LREE, mentre le HREE provengono principalmente dai depositi argillosi del sud del Paese. Questo monopolio ha reso Pechino un attore chiave nel controllo delle forniture strategiche per l’Occidente.
Ma nuove scoperte in Ucraina potrebbero cambiare il gioco. Sebbene il Paese non abbia giacimenti attualmente sfruttati, recenti ricerche geologiche hanno individuato terre rare nei depositi di manganese di Nikopol, nelle miniere ferrose della penisola di Kerch e in quelle di Dibrova. La loro estrazione su larga scala non è ancora una realtà, ma la loro semplice esistenza ha acceso i riflettori su Kiev come potenziale hub alternativo alla Cina.
Mosca, Washington e Pechino: chi controllerà le riserve ucraine?
L’interesse per le terre rare ucraine non è sfuggito alle grandi potenze. Mosca e Washington stanno trattando un possibile accordo per sviluppare i giacimenti ucraini, con la Russia che avrebbe proposto agli Stati Uniti di co-sfruttare le risorse di Donbass e Zaporizhzhia in cambio del mantenimento delle aree conquistate durante il conflitto.
Un’ipotesi del genere potrebbe aprire scenari inaspettati:
- Gli USA potrebbero ridurre la loro dipendenza dalla Cina, trovando un nuovo fornitore di terre rare.
- La Russia otterrebbe legittimazione internazionale per il controllo delle aree occupate.
- L’Ucraina, in cambio, potrebbe ricevere investimenti miliardari per avviare l’estrazione e risollevare la sua economia.
Ma c’è un grande escluso da questo tavolo: la Cina.
Pechino resterà a guardare? Il rischio di una frattura sino-russa
La Cina, che ha costruito il suo potere economico sul monopolio delle terre rare, vede con crescente sospetto un’alleanza tra USA e Russia in questo settore. Se Mosca dovesse davvero concedere agli Stati Uniti l’accesso a questi giacimenti, Pechino perderebbe una delle sue principali armi di pressione economica.
La tanto decantata “amicizia illimitata” tra Russia e Cina potrebbe subire un duro colpo. Sebbene i due Paesi abbiano interessi comuni nel contrastare l’egemonia occidentale, la loro rivalità storica e la competizione per le risorse non sono mai del tutto svanite. La Cina potrebbe non reagire immediatamente, ma difficilmente accetterà di buon grado un accordo che minacci il suo predominio sulle terre rare.
Il futuro delle terre rare: chi vincerà la corsa?
Mentre l’Ucraina continua a combattere sul campo di battaglia, nelle stanze del potere si gioca un’altra partita, altrettanto decisiva. Le terre rare, un tempo escluse dalle strategie geopolitiche della guerra, potrebbero diventare un punto di svolta nei futuri negoziati di pace.
Se Mosca e Washington troveranno un accordo, il mondo assisterà a una nuova corsa alle risorse, con Pechino pronta a difendere il suo monopolio. L’estrazione in Ucraina potrebbe decollare nei prossimi anni, trasformando il Paese in un nuovo polo strategico per la tecnologia e l’industria globale.