Una stangata nascosta nella dichiarazione dei redditi 2025: a causa dell’acconto Irpef non dovuto, milioni di contribuenti italiani dovranno versare tra 75 e 260 euro in più. Il motivo? Un ricalcolo effettuato dall’Agenzia delle Entrate basato sulle vecchie aliquote Irpef del 2023, nonostante la riforma fiscale entrata in vigore dal 1° gennaio 2024.
Il caso: un disallineamento che costa caro ai cittadini
Secondo i Caf della Cgil, il ricalcolo automatico dei 730 precompilati porterà milioni di lavoratori e pensionati a pagare imposte in eccesso. In particolare:
- 75 euro in media per i redditi nella fascia fino a 15.000 euro
- 100 euro per chi guadagna tra 15.000 e 28.000 euro
- 260 euro dai 29.000 euro in su
Il problema nasce dall’applicazione delle vecchie regole Irpef, con aliquote più alte e detrazioni più basse, vanificando così, almeno temporaneamente, il taglio dell’Irpef tanto annunciato dal governo.
2,8 miliardi di imposte versate per errore
Si stima che saranno 9,5 milioni i contribuenti coinvolti, per un totale di 2,8 miliardi di euro che finiranno nelle casse dello Stato senza essere realmente dovuti. Secondo il Ministero dell’Economia, si tratta di un disallineamento temporaneo: le somme saranno restituite nel 2026.
Tra i più colpiti anche 9,2 milioni di pensionati con redditi tra 15.000 e oltre 29.000 euro, che verseranno 1,5 miliardi di euro in più rispetto al dovuto.
Dubbi già sollevati dal Parlamento
Già nel dicembre 2023, l’Ufficio studi di Camera e Senato aveva espresso perplessità sul comma 4 dell’articolo 1 del decreto legislativo 216, chiedendo maggiore chiarezza sugli effetti finanziari. Ma la relazione tecnica del governo non fornì i dettagli richiesti.
Ora si attende di capire quale sarà l’impatto sul bilancio dello Stato nel 2026, quando questi importi dovranno essere restituiti. L’unica certezza, al momento, è che il presunto taglio Irpef si sta rivelando, per molti italiani, un’illusione a caro prezzo.