Il Kazakistan ha annunciato la scoperta del più grande giacimento nazionale di terre rare, situato nella regione centrale di Karaganda. La riserva, battezzata “Nuovo Kazakistan”, contiene circa un milione di tonnellate di elementi fondamentali per le tecnologie verdi e digitali, come cerio, lantanio, neodimio e ittrio.
Secondo il Ministero dell’Industria kazako, ulteriori ricerche potrebbero portare a una stima totale di oltre 20 milioni di tonnellate, posizionando il Paese tra i principali detentori di terre rare a livello mondiale.
Un tesoro strategico per la transizione energetica
Questi materiali sono indispensabili per la produzione di turbine eoliche, veicoli elettrici, chip, magneti e batterie, rendendo la scoperta una notizia di portata globale. Il Kazakistan potrebbe quindi assumere un ruolo centrale nel fornire materie prime critiche necessarie all’economia verde.
L’annuncio giunge in un momento chiave: alla vigilia del vertice UE–Asia Centrale in Uzbekistan, dove saranno presenti i leader delle cinque repubbliche centroasiatiche e rappresentanti di primo piano dell’Unione Europea, tra cui Ursula von der Leyen e Antonio Costa.
L’Europa guarda all’Asia Centrale per ridurre la dipendenza da Cina e Russia
L’UE, impegnata a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, è fortemente interessata a diversificare le fonti di approvvigionamento per ridurre la dipendenza da Cina e Russia, che dominano il mercato globale delle terre rare.
In questo contesto, il Kazakistan emerge come un partner strategico: già oggi produce 19 delle 34 materie prime critiche identificate come essenziali per l’economia europea.
Tecnologia ancora assente, ma si aprono le porte agli investitori stranieri
Nonostante il potenziale immenso, il Paese non dispone ancora della tecnologia necessaria per l’estrazione e la raffinazione delle terre rare. Le autorità kazake stanno quindi cercando partnership internazionali per attrarre investimenti e know-how, fondamentali per lo sviluppo del sito.
Durante una visita ufficiale a Parigi, nel novembre 2024, il presidente Kassym-Jomart Tokaiev aveva già aperto la strada a una collaborazione strategica con l’Europa, in particolare con la Francia, per valorizzare le risorse nazionali.
La scoperta del giacimento “Nuovo Kazakistan” potrebbe ridefinire gli equilibri geopolitici legati alla transizione energetica. Un’opportunità per il Paese centroasiatico e un campanello d’allarme per chi, fino a oggi, ha dominato il mercato delle terre rare.