Nel panorama delle nuove tecnologie applicate al controllo stradale, emerge una novità destinata a cambiare radicalmente il modo in cui vengono rilevate le infrazioni: le multe possono essere comminate senza autovelox né tutor, ma sfruttando semplicemente il tracciamento dei dati del cellulare.
Questo sistema, già attivo in diverse zone d’Italia, utilizza la connessione costante degli smartphone alle celle telefoniche per monitorare la velocità media dei veicoli lungo un determinato percorso.
Come funziona il sistema: rilevazione tramite celle telefoniche
Il principio è tanto semplice quanto efficace: analizzando il tempo impiegato da un dispositivo per spostarsi tra due celle, è possibile stimare la velocità media del veicolo a cui il telefono è associato. Se tale velocità supera i limiti consentiti, scatta automaticamente la sanzione.
Il sistema si basa su dati che tutti gli smartphone generano quotidianamente, ed è proprio questa caratteristica a renderlo particolarmente efficace… e controverso.
Preoccupazioni su privacy e affidabilità
L’introduzione di questa tecnologia solleva però forti interrogativi etici e legali. Il primo riguarda la tutela della privacy: sebbene le autorità assicurino che i dati siano anonimi e aggregati, resta il dubbio su come vengano trattate informazioni tanto sensibili.
Altro tema cruciale è quello della precisione: la localizzazione tramite celle telefoniche non è sempre accurata, e fattori come la densità urbana, la distanza tra celle o la qualità del segnale possono generare margini di errore significativi.
Inoltre, non sempre è possibile associare con certezza un telefono a un veicolo specifico, il che può rendere discutibile l’attribuzione della responsabilità dell’infrazione.
Verso una nuova era del controllo stradale?
Nonostante le criticità, il sistema si inserisce in una più ampia tendenza verso una mobilità digitale e connessa, in cui la tecnologia viene impiegata per prevenire comportamenti pericolosi alla guida e ridurre il numero di incidenti.
Resta ora da vedere se e come questa nuova forma di sorveglianza digitale sarà regolamentata, e soprattutto se sarà realmente efficace e rispettosa dei diritti individuali.