La Camera dei Deputati ha dato il via libera a una norma che punta a semplificare la rimozione delle auto in stato di abbandono, includendo anche quelle soggette a fermo amministrativo. Il provvedimento, in attesa dell’approvazione definitiva del Senato, si configura come un passo fondamentale nella lotta al degrado urbano e nella promozione di città più vivibili e sostenibili.
Un accordo bipartisan contro il degrado
L’iniziativa legislativa nasce da una collaborazione bipartisan tra Gaetana Russo (Fratelli d’Italia) e Andrea Casu (Partito Democratico). La proposta ha ottenuto unanime consenso parlamentare, rispondendo a una necessità concreta: contrastare l’abbandono dei veicoli, fenomeno sempre più diffuso soprattutto nelle periferie urbane, dove oltre a deturpare il paesaggio, rappresenta un rischio per ambiente e sicurezza.
Da pratica discrezionale a procedura chiara
In passato, la gestione delle auto abbandonate e sottoposte a fermo amministrativo era lasciata alla discrezionalità degli operatori pubblici. Con la nuova norma, si introduce una procedura certa e semplificata, che riduce i tempi e gli ostacoli burocratici. «Abbiamo trasformato un principio di buon senso in una norma operativa», ha dichiarato Gaetana Russo, prima firmataria della proposta.
Stop agli incentivi e al mercato illegale dei ricambi
La normativa prevede che i proprietari dei veicoli non possano accedere agli incentivi per la rottamazione e non possano procedere alla radiazione per esportazione, due strumenti spesso utilizzati per aggirare la legge e alimentare il mercato nero dei pezzi di ricambio. Una mossa strategica per contrastare le attività illegali legate ai veicoli fuori uso.
Benefici ambientali e spazi urbani riconquistati
Uno degli obiettivi principali della legge è la riqualificazione degli spazi pubblici e la salvaguardia ambientale. I veicoli abbandonati possono rilasciare sostanze inquinanti, diventando vere e proprie bombe ecologiche a cielo aperto. La loro rimozione significa non solo restituire decoro alle strade, ma anche prevenire rischi sanitari e ambientali.
Costi a carico dei proprietari, non dei comuni
Una delle novità più rilevanti riguarda l’aspetto economico: è stato modificato un decreto del 1983 per stabilire che le spese di rimozione non saranno più a carico dei comuni, ma dei proprietari dei veicoli abbandonati. Questo passaggio permette di alleggerire i bilanci pubblici e investire le risorse in altri servizi per la cittadinanza.
Sanzioni più dure per i demolitori fuori legge
La norma introduce anche sanzioni più severe per i centri di demolizione che operano in violazione delle normative. L’obiettivo è creare un sistema di smaltimento dei veicoli più trasparente e responsabile, incentivando la legalità nel settore dell’autodemolizione.
Una legge concreta per città più vivibili
Questa riforma rappresenta una risposta concreta a un problema diffuso, combinando sostenibilità ambientale, efficienza amministrativa e cura del territorio urbano. Il largo consenso politico e l’impegno delle istituzioni offrono una speranza per città più pulite, sicure e a misura di cittadino.