Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto legge “salva acconti”, che garantisce un importante correttivo nel calcolo degli anticipi Irpef per l’anno 2025. Il provvedimento interviene sulla normativa fiscale per risolvere una lacuna tecnica emersa dopo l’approvazione della riforma dell’Irpef a tre aliquote.
Grazie a questo intervento, i contribuenti potranno beneficiare di un risparmio fiscale fino a 260 euro, evitando il rischio di acconti maggiorati che si sarebbero potuti generare applicando parametri ormai superati.
Irpef a tre aliquote: come cambia il calcolo
Con il decreto, viene estesa anche agli acconti la struttura dell’Irpef a tre aliquote introdotta dalla riforma del 2023 e consolidata dalla legge di Bilancio 2024. Le nuove soglie sono:
- 23% fino a 28.000 euro di reddito;
- 35% tra 28.000 e 50.000 euro;
- 43% oltre i 50.000 euro.
La mancata applicazione di questo schema negli acconti 2025 era stata segnalata dai CAF della CGIL, suscitando preoccupazioni su possibili aggravi per i contribuenti. Il ministero dell’Economia aveva già preannunciato un intervento correttivo con una nota ufficiale datata 25 marzo.
Precompilata aggiornata e rimborsi in arrivo
Grazie all’approvazione del decreto, l’Agenzia delle Entrate potrà aggiornare la dichiarazione dei redditi precompilata, disponibile entro il 30 aprile, includendo le corrette modalità di calcolo degli acconti.
Secondo le simulazioni condotte dalla Consulta dei CAF, l’impatto della misura sarà variabile a seconda delle fasce di reddito e delle detrazioni personali. In alcuni casi, il contribuente potrebbe passare da un debito a un credito fiscale, come illustrato dall’esempio di un pensionato che, grazie a spese detraibili e carichi familiari, otterrà un rimborso invece di dover versare ulteriori somme.
Un intervento da 245 milioni per evitare errori e disuguaglianze
Il costo dell’operazione è stimato in 245,5 milioni di euro per il 2025, coperto attraverso una riduzione del fondo per la sistemazione contabile delle partite sospese.
Le reazioni politiche e sindacali sono state ampiamente favorevoli. Il viceministro all’Economia Maurizio Leo ha sottolineato l’importanza di un intervento «tempestivo» per garantire la corretta gestione della prossima campagna fiscale. Soddisfazione anche da parte del presidente del CAF UIL, Giovanni Angileri, che ha parlato di «semplificazione e giustizia fiscale».
La CGIL: bene il decreto, ma restano criticità da risolvere
Pur accogliendo con favore la correzione, la CGIL ha ricordato che rimane aperta la questione dei redditi più bassi: chi percepisce tra 8.500 e 9.000 euro annui continua a subire penalizzazioni derivanti dalla modalità di fiscalizzazione del cuneo contributivo, con perdite stimate di circa 100 euro al mese.
Un’ulteriore sfida che il Governo sarà chiamato ad affrontare per garantire equità e coerenza nell’attuazione delle riforme fiscali.