Papa Francesco non voleva essere sepolto a Santa Maria Maggiore, ma cambiò idea dopo un presunto segno divino. A raccontarlo è stato il cardinale Roland Mackrikas, coadiutore della basilica, durante una recente conferenza stampa. Secondo il porporato, il Pontefice inizialmente rifiutò l’idea della sepoltura nella storica basilica romana, ma una settimana dopo avrebbe contattato il commissario straordinario della chiesa con queste parole:
“La Madonna mi ha detto, preparati la tomba. Sono molto felice che non si è dimenticata di me”.
Una dichiarazione che ha suscitato emozione e curiosità tra i fedeli, offrendo una nuova chiave di lettura sulla scelta del luogo di riposo del primo Papa gesuita della storia.
Una tomba semplice per un Papa vicino agli ultimi
Nel rispetto della volontà di Papa Francesco, la sua sepoltura a Santa Maria Maggiore è stata realizzata con sobrietà assoluta. Il cardinale Mackrikas ha supervisionato personalmente i lavori, curando ogni dettaglio affinché rispecchiasse lo stile di vita essenziale del Pontefice.
La lastra di marmo posta a copertura del sepolcro reca un’unica scritta: “Franciscvs”, incisa senza oro, fregi o colorazioni. Un’estetica volutamente minimalista, tanto che i responsabili della basilica stanno valutando se renderla più leggibile, senza però tradire l’intento originario.
Il marmo scelto: simbolo di sobrietà e radici italiane
Per la tomba è stato scelto il marmo Finale Chiara, una pietra naturale di origine marina estratta dalla cava di Arma dell’Aquila. Conosciuto per il suo aspetto discreto e la tonalità chiara, questo materiale è utilizzato da secoli nell’architettura italiana, e si sposa perfettamente con l’immagine di un Papa che ha sempre rifiutato sfarzi e privilegi.
Una sepoltura che riflette un messaggio spirituale
La scelta del luogo, lo stile della tomba e persino la narrazione di un segno mariano si inseriscono nella visione più profonda del pontificato di Francesco: un cammino di fede, povertà, misericordia e umanità. Un gesto finale che comunica continuità con quanto ha predicato e vissuto, e che lascia un segno non solo nella pietra, ma anche nella memoria collettiva.