Lettera Anonima:
Cara Redazione,
mi chiamo Paola, ho 39 anni, sono sposata da dodici, madre di due bambini di 8 e 5 anni. La mia relazione con Mirko, mio marito, è stata per anni stabile, costruita sulla fiducia, sulla stima reciproca e su un affetto profondo. Ma da qualche tempo, troppo tempo ormai, il nostro rapporto è diventato una routine fatta di impegni, corse, silenzi. Non litighiamo, ma nemmeno parliamo più davvero. Dormiamo nello stesso letto, ma sembriamo due coinquilini gentili.
Le vacanze estive dell’anno scorso, trascorse in una villa affittata in Puglia insieme a un gruppo di amici comuni, avrebbero dovuto essere l’occasione per ritrovare un po’ di intimità, ma invece hanno segnato l’inizio di un turbamento che ancora oggi mi strappa il fiato.
È lì che ho conosciuto Gabriele, 42 anni, separato, padre anche lui. È un amico di un’amica, arrivato per caso a completare i posti rimasti liberi. Non so spiegare cosa sia successo esattamente, ma fin dal primo giorno abbiamo iniziato a parlare con una naturalezza disarmante. Condividevamo lunghe passeggiate sulla spiaggia all’alba, risate complici a cena, sguardi che dicevano più delle parole. Non c’è stato nulla di fisico tra noi, se non un abbraccio al momento dei saluti che mi ha fatto tremare. Ma emotivamente… mi ha toccata nel profondo.
Da allora ci scriviamo, ci sentiamo ogni tanto al telefono. Nulla di compromettente, almeno all’apparenza. Ma ogni messaggio da parte sua è un sussulto, ogni silenzio una fitta. Mi ha detto che prova qualcosa per me, che non vuole forzare nulla, ma che sentire la mia voce gli manca ogni giorno.
E io mi sento lacerata.
Amo la mia famiglia, i miei figli sono la mia vita. Ma con Mirko non c’è più passione, né tenerezza. Con Gabriele, invece, sento di essere ancora viva, desiderata, ascoltata. Ma so che un passo falso potrebbe distruggere tutto.
Sto vivendo due vite. Di giorno, madre e moglie irreprensibile. Di notte, messaggi sussurrati al buio, pensieri che vanno sempre a lui.
Sono tornata alla mia quotidianità, ma dentro sento che qualcosa si è spezzato, o forse risvegliato. Continuare a sentire Gabriele mi fa bene, ma anche male. Rompere tutto con lui mi sembra ingiusto, ma andare avanti così è logorante.
Devo chiudere questo legame per tentare di salvare il mio matrimonio o devo seguire ciò che sento e rischiare tutto?
Con sincera angoscia,
Paola, una donna che non sa più chi è
Risposta della Redazione:
Cara Paola,
la tua lettera ci è arrivata dritta al cuore. Stai vivendo un conflitto profondo, che non ha risposte facili. Prima di tutto, sappi che non sei sola: molte persone, dopo anni di relazione e responsabilità familiari, si ritrovano a sentire il bisogno di essere viste, ascoltate, desiderate.
Gabriele ha risvegliato una parte di te che forse avevi messo da parte: la tua identità come donna, e non solo come madre o moglie. Questo è legittimo. Ma è importante distinguere tra ciò che manca e ciò che è.
Il nostro consiglio è di non prendere decisioni affrettate. Prima di tutto, prova a guardare dentro la tua relazione con Mirko: avete mai parlato apertamente del vostro allontanamento? C’è spazio per un dialogo sincero, magari anche con l’aiuto di un supporto terapeutico? A volte ci si sorprende di quanto si possa ricostruire, se si ha il coraggio di dire l’indicibile.
Quanto a Gabriele, se davvero ci tieni a lui, forse è il momento di sospendere i contatti finché non hai fatto chiarezza dentro di te. Non per punizione, ma per rispetto verso tutti – te stessa, tuo marito, i tuoi figli, e anche lui.
Ritrova te stessa prima di decidere chi vuoi accanto.
Con affetto,
La Redazione di “La Posta di Insider”
Questa storia riflette situazioni reali, ma i fatti e i nomi sono stati anonimizzati. Pertanto, eventuali somiglianze con persone reali o fatti accaduti sono puramente casuali e non intenzionali.