Una fake news clamorosa e inquietante ha travolto il noto infettivologo Matteo Bassetti, protagonista inconsapevole di un video generato con l’intelligenza artificiale, in cui viene annunciata la sua morte in un presunto servizio del Tg1.
VIDEO
Nel filmato, diffuso online e circolato su diverse piattaforme, una finta giornalista – modellata digitalmente sulla conduttrice del Tg1 Valentina Bisti – annuncia che il medico sarebbe stato “mortalmente colpito con colpi d’arma da fuoco” a Roma. Le immagini, i dialoghi e persino la voce del servizio sono interamente artefatti, creati per ingannare lo spettatore e simulare un vero telegiornale.
“Io non ho più parole”: la reazione sconcertata del medico
A segnalare l’accaduto è stato lo stesso Matteo Bassetti, che ha condiviso il video sul proprio profilo Facebook per denunciarne la falsità.
“Continuano a falsificare la mia voce, a minacciarmi, a dire che sono morto. Ora addirittura che mi hanno sparato. Che brutto mondo! Possibile che la polizia postale e la magistratura non siano in grado di fermare tutto questo?”, ha scritto nel suo post.
Bassetti non è nuovo a episodi simili: la sua figura pubblica è stata più volte utilizzata in campagne di disinformazione online, spesso legate a temi sanitari. In questa occasione, il video fa anche riferimento a un’intervista totalmente inventata in cui il medico avrebbe rilasciato “informazioni scioccanti sul sistema sanitario”, prima del presunto omicidio.
Una nuova frontiera per le fake news: l’intelligenza artificiale come arma
Il caso rilancia con forza il tema dell’uso distorto dell’intelligenza artificiale nella creazione di contenuti falsi sempre più realistici. Deepfake, voci clonate, volti ricreati digitalmente: strumenti tecnologici avanzati che, se impiegati in modo malevolo, possono danneggiare gravemente la reputazione e la sicurezza delle persone.
Il video su Bassetti è solo l’ultimo esempio di disinformazione digitale che sfrutta le nuove tecnologie per creare caos e confusione tra il pubblico. Un allarme che coinvolge direttamente anche le autorità, chiamate a rafforzare i controlli e le tutele legali per contrastare la diffusione di contenuti manipolati.