Dopo oltre 50 anni in orbita, la sonda spaziale sovietica Kosmos 482 si prepara a rientrare nell’atmosfera terrestre con una traiettoria incontrollata. Secondo le stime più recenti dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), il rientro avverrà nella giornata di sabato 10 maggio 2025, in una finestra temporale compresa tra le 3:17 e le 12:57 (ora italiana).
La sonda, lanciata il 31 marzo 1972 con l’obiettivo di raggiungere Venere, non riuscì mai a lasciare l’orbita terrestre a causa di un guasto tecnico, trasformandosi in un detrito spaziale orbitante per oltre cinque decenni.
Due passaggi sull’Italia prima dell’impatto
In base alle proiezioni radar dell’Agenzia Spaziale Italiana, Kosmos 482 sarà visibile in due distinti momenti anche dal nostro Paese:
- Primo passaggio: tra le 5:03 e le 5:04, su parte della Sardegna e del Centro Italia
- Secondo passaggio: tra le 11:06 e le 11:08, coinvolgerà Piemonte, Liguria, Calabria e Sicilia
Gli esperti rassicurano: le probabilità che la sonda o suoi frammenti possano colpire il territorio italiano sono estremamente basse, dell’ordine di una su un milione.
Dove potrebbe cadere Kosmos 482
Nonostante l’incertezza sulla zona d’impatto, una delle ipotesi più accreditate indica il Golfo del Bengala, tra India e Myanmar, ma si tratta ancora di stime preliminari soggette a numerose variabili, tra cui densità atmosferica, attività solare e interazioni gravitazionali.
Sonda resistente, ma con paracadute fuori uso
Kosmos 482 ha una massa di circa 500 kg ed è stata costruita per resistere alle condizioni estreme del pianeta Venere. Questo fa supporre che non si disintegrerà completamente durante il rientro, al contrario di molti altri detriti spaziali. Il paracadute di bordo, invece, è considerato inservibile dopo oltre 50 anni di esposizione nello spazio.
Le rassicurazioni delle autorità
La Protezione civile e le autorità internazionali invitano alla calma, ricordando che oltre il 70% del pianeta è coperto da oceani, e gran parte delle terre emerse è poco abitata. Inoltre, il monitoraggio prosegue costantemente grazie al sistema europeo Eusst (EU Space Surveillance and Tracking).