Con l’entrata in vigore del nuovo decreto sulle accise dal 14 maggio, prende il via una riforma fiscale dei carburanti destinata a incidere sul portafoglio degli automobilisti italiani. L’obiettivo del provvedimento è chiaro: ridurre progressivamente il divario di tassazione tra benzina e diesel, che oggi favorisce quest’ultimo nonostante il suo maggiore impatto ambientale.
Attualmente, infatti, il diesel beneficia di un’accisa inferiore, ritenuta dall’Unione Europea un’anomalia da correggere. Bruxelles ha più volte sollecitato gli Stati membri a uniformare la tassazione, e l’Italia si è ora adeguata avviando un processo graduale che porterà entro il 2030 le accise di entrambi i carburanti a 672,50 euro ogni mille litri.
Modifiche già in atto: cifre e primi effetti
La riforma prevede da subito due misure simmetriche:
- una riduzione dell’accisa sulla benzina di 1,5 centesimi al litro, passando da 728,40 a 713,40 euro per mille litri;
- un aumento dell’accisa sul diesel dello stesso importo, che sale da 617,40 a 632,40 euro per mille litri.
Queste prime variazioni, seppur contenute, segnano l’inizio di un processo che modificherà gradualmente il prezzo alla pompa, avvicinando i costi dei due carburanti.
Prezzi attuali e stime di impatto sui consumatori
I prezzi medi alla pompa, rilevati al momento dell’entrata in vigore del decreto, sono:
- Benzina self service: 1,702 euro/litro
- Diesel self service: 1,586 euro/litro
Secondo le analisi, la benzina dovrebbe mantenere una certa stabilità, con lievi oscillazioni dovute a fattori di mercato. Per il diesel, invece, ci si attende un incremento del costo al distributore, che potrebbe tradursi in circa 2 euro in più per un pieno di una vettura utilitaria.
Le associazioni dei consumatori stimano che, nel corso dell’anno, i proprietari di auto diesel potrebbero trovarsi a spendere tra i 15 e i 25 euro in più solo per effetto delle nuove accise.
In sintesi, l’intervento normativo segna l’inizio di una politica di riequilibrio fiscale tra benzina e diesel, coerente con gli indirizzi europei in materia ambientale. Una transizione che, sebbene graduale, avrà ripercussioni concrete sui costi di mobilità e spingerà probabilmente verso scelte più sostenibili nel medio periodo.