Una sentenza della Corte di Cassazione, depositata il 19 aprile 2024, ha ribadito un principio destinato a riscrivere la storia delle multe per eccesso di velocità in Italia: senza omologazione dell’autovelox, la sanzione è illegittima. Il verdetto ha cancellato tredici verbali per un valore complessivo di circa 1.600 euro, inclusa la restituzione dei punti patente decurtati.
La Suprema Corte ha chiarito che approvazione e omologazione non sono termini equivalenti. La sola approvazione, cioè la verifica che il dispositivo sia costruito secondo determinati standard tecnici, non è sufficiente. Serve anche l’omologazione, ovvero il collaudo che attesti l’effettiva affidabilità e correttezza del rilevamento. Senza questo passaggio, ogni multa basata su un autovelox non omologato è priva di valore legale.
La falla normativa che dura da oltre trent’anni
Il problema ha radici profonde: l’articolo 142 del Codice della strada, già nel 1992, prevedeva che ogni strumento di controllo elettronico della velocità dovesse essere sia approvato che omologato. Tuttavia, il decreto attuativo per definire le modalità di omologazione non è mai stato emanato. Il risultato? Nessun autovelox attualmente in uso in Italia è formalmente omologato.
Un’anomalia ignorata per decenni, che oggi rischia di invalidare milioni di sanzioni. La recente riforma del Codice della strada, approvata il 14 dicembre 2023, non ha colmato il vuoto normativo. Il decreto correttivo, dopo essere stato anticipato dal Corriere della Sera, è stato ritirato in fretta e furia.
Cassazione contro il Viminale: le circolari non bastano
Oltre ai verbali, la Cassazione ha smentito anche il Ministero dell’Interno. La circolare n. 995/2025, che sosteneva la piena validità dei dispositivi approvati, è stata definita priva di valore giuridico. Le circolari sono atti amministrativi interni e non possono sovrastare il Codice della strada, che è una fonte primaria del diritto.
Il tentativo di legittimare le multe tramite interpretazioni ministeriali è stato così respinto, e il principio sancito è chiaro: la legge è superiore agli atti amministrativi, anche se provengono dallo Stato.
Comuni in allarme: autovelox da spegnere?
La sentenza ha creato un vero e proprio terremoto tra gli enti locali. Luigi Altamura, comandante della polizia municipale di Verona e referente ANCI per Viabilità Italia, ha dichiarato: “Serve una presa di posizione chiara: o si spegnano tutti gli autovelox o si interviene subito”. Il rischio, sottolinea, è che la tutela della legalità venga sacrificata in nome dell’incasso facile, con ripercussioni anche sulle direttive europee sulla sicurezza stradale.
Cosa possono fare gli automobilisti
Chi ha ricevuto una multa da un autovelox non omologato ha il diritto di presentare ricorso, nei tempi previsti dalla legge:
- Entro 60 giorni dalla notifica, rivolgendosi al Prefetto
- Entro 30 giorni, presentando ricorso al Giudice di Pace
Chi ha già pagato la sanzione non può ottenere il rimborso né la restituzione dei punti patente. Tuttavia, ogni nuova multa resta potenzialmente impugnabile, finché non sarà risolta l’ambiguità normativa.