Prelievi al bancomat, acquisti online, biglietti in stazione o chiamate al numero d’emergenza 112: dal 28 giugno 2025 tutto questo dovrà diventare più accessibile. Entra in vigore l’Accessibility Act, la direttiva europea che punta a garantire pari accesso ai servizi digitali e tecnologici per tutte le persone, incluse quelle con disabilità visive, uditive, motorie o cognitive.
Un cambiamento epocale, che coinvolge banche, aziende tech, trasporti e piattaforme digitali. L’Italia ha già recepito la norma, fissando un termine ultimo al 2030 per l’adeguamento, ma da fine giugno scatteranno gli obblighi per tutti i nuovi prodotti e servizi immessi sul mercato.
Cos’è l’Accessibility Act e perché cambia tutto
Approvata nel 2019 come direttiva 2019/882, l’Accessibility Act nasce per armonizzare le normative dei Paesi UE e rendere la tecnologia inclusiva per tutti. Le sue radici affondano nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, e si inserisce nel solco della strategia europea per la disabilità.
In Italia, è stata recepita con il decreto legislativo n. 82/2022, che ha esteso gli obblighi di accessibilità anche al settore privato, ampliando quanto previsto dalla storica Legge Stanca del 2004.
Cosa cambia dal 28 giugno
A partire dal 28 giugno 2025, tutti i nuovi prodotti e servizi digitali dovranno essere progettati nel rispetto di specifici requisiti di accessibilità. Tra gli ambiti interessati:
- Sportelli bancomat, che dovranno disporre di comandi vocali, schermi ad alto contrasto e tastiere riconoscibili al tatto
- Distributori automatici di biglietti (in stazioni e metropolitane), con interfacce semplificate e accessibili
- Siti e app di e-commerce, compatibili con screen reader, utilizzabili anche senza mouse, con testi alternativi per le immagini e sottotitoli nei video
- Piattaforme bancarie e di pagamento, da rendere navigabili anche per chi ha difficoltà cognitive o sensoriali
- Sistemi di emergenza (come il 112), che dovranno essere fruibili da tutti, inclusi utenti con disabilità uditive
Chi dovrà adeguarsi
L’obbligo di adeguamento non riguarda tutte le imprese, ma solo quelle con oltre 10 dipendenti e un fatturato superiore a 2 milioni di euro. Le microimprese saranno esentate, salvo operino in settori specifici come il banking o i servizi pubblici essenziali.
Sanzioni pesanti per chi non rispetta le regole
Per le aziende che non si conformano, le sanzioni non saranno leggere:
- Fino a 40.000 euro per la commercializzazione di prodotti o servizi non conformi
- Multe fino a 30.000 euro per chi non collabora con le autorità o non rispetta le disposizioni correttive
- Per le grandi aziende (oltre 500 milioni di fatturato) le sanzioni possono arrivare al 5% del fatturato annuo
Un cambiamento graduale, ma inevitabile
Sebbene la scadenza finale sia fissata al 28 giugno 2030, il cambiamento è già cominciato: tutte le nuove tecnologie immesse sul mercato dopo giugno 2025 dovranno essere accessibili fin da subito. La transizione sarà progressiva, ma non più rimandabile.
Il 28 giugno segnerà l’inizio di una rivoluzione silenziosa ma cruciale: quella dell’inclusività digitale. Prelevare al bancomat, fare shopping online, acquistare un biglietto o usare un’app dovrà diventare semplice per tutti. Un passo avanti importante non solo per chi ha disabilità, ma per una società più giusta e accessibile per ogni cittadino.