Con 137 voti favorevoli, 83 contrari e 2 astenuti, la Camera ha approvato in via definitiva il decreto legge sulla cittadinanza, trasformandolo ufficialmente in legge. Il provvedimento, sostenuto dalla maggioranza e in particolare dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, introduce una stretta sul riconoscimento della cittadinanza italiana per discendenza (ius sanguinis).
Fine del riconoscimento automatico per gli oriundi
Con la nuova normativa, non sarà più automatico il riconoscimento della cittadinanza ai discendenti di italiani nati all’estero. Il testo prevede infatti che il diritto si trasmetta solo per due generazioni, con una possibile estensione alla terza generazione solo per figli minori.
Questo significa che sarà considerato cittadino italiano alla nascita solo chi ha almeno un genitore o al massimo un nonno italiano. La trasmissione automatica oltre la seconda generazione non sarà più possibile, se non in casi specifici definiti dalla legge.
Retroattività e domande già presentate
Uno dei punti più controversi riguarda la retroattività: chi è nato all’estero prima dell’entrata in vigore della legge e non possiede esclusivamente la cittadinanza italiana, sarà considerato come non avente mai acquisito la cittadinanza. Restano valide le domande già presentate prima del 27 marzo 2025, purché complete di documentazione e con appuntamento fissato.
I nuovi requisiti
Per richiedere la cittadinanza ius sanguinis, uno degli ascendenti (genitore o nonno) dovrà possedere o aver posseduto solo la cittadinanza italiana. Questo requisito di esclusività ha suscitato numerose critiche da parte delle opposizioni e anche di alcuni esponenti del centrodestra, in quanto esclude chi possiede la doppia cittadinanza, situazione molto diffusa tra gli italiani all’estero.
Eccezioni per i minorenni
Il compromesso raggiunto durante l’iter parlamentare prevede che i figli minori di cittadini italiani per nascita potranno ottenere la cittadinanza se la domanda viene presentata entro un anno dalla nascita. Per i minorenni già nati, il termine ultimo è il 31 maggio 2026.
Tuttavia, la cittadinanza così acquisita non sarà trasmissibile, a meno che non si soddisfino ulteriori requisiti. Questo punto ha sollevato ulteriori dubbi sul reale valore del riconoscimento per le generazioni future.
Permesso di soggiorno per gli oriundi
Per chi non rientra nei nuovi limiti generazionali, il decreto introduce la possibilità di richiedere un permesso di soggiorno per lavoro subordinato. Dopo due anni di residenza in Italia, gli oriundi provenienti da Paesi storicamente meta di emigrazione italiana potranno ottenere la cittadinanza, anche oltre le quote previste dal decreto Flussi.
Riapertura per il riacquisto della cittadinanza
Infine, viene introdotta una finestra temporale per il riacquisto della cittadinanza italiana da parte di chi l’ha persa per naturalizzazione all’estero. Le domande potranno essere presentate dal 1° luglio 2025 al 31 dicembre 2027, con un contributo di 250 euro.