Entrano ufficialmente in vigore i nuovi dazi statunitensi su acciaio e alluminio, che da oggi raddoppiano passando dal 25% al 50% di sovrattassa doganale. Il provvedimento, firmato dal presidente Donald Trump, è diventato operativo a partire dalle ore 00:01 locali (le 6:00 del mattino in Italia) e rappresenta un’ulteriore escalation nella strategia commerciale protezionista adottata dalla Casa Bianca.
Nuovo capitolo della guerra commerciale americana
La decisione di rafforzare le tariffe sulle importazioni segna una nuova fase nella lunga battaglia commerciale avviata da Trump sin dal suo insediamento. Nel decreto presidenziale si legge che i dazi sono stati aumentati per “proteggere la sicurezza nazionale” e per “contrastare l’eccesso di produzione a basso costo proveniente dall’estero”, ritenuto responsabile del declino competitivo delle industrie americane.
Secondo il presidente, solo misure più aggressive permetteranno di garantire “la sostenibilità a lungo termine del settore siderurgico e metallurgico” e rispondere alle esigenze strategiche della difesa nazionale.
Le reazioni internazionali e l’effetto sui mercati
Il raddoppio delle tariffe ha già provocato forti reazioni a livello internazionale. L’Unione Europea ha definito la mossa “pericolosa”, evidenziando come questa scelta metta a rischio gli sforzi diplomatici in corso per raggiungere un accordo. Anche il Canada, uno dei principali fornitori di acciaio e alluminio per gli Stati Uniti, ha presentato un reclamo ufficiale all’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), giudicando il provvedimento contrario agli accordi internazionali.
Le motivazioni della Casa Bianca
Trump ha ribadito che i dazi, già introdotti in forma ridotta nel marzo scorso, hanno fornito un primo supporto ai prezzi, ma non sono stati sufficienti a garantire il pieno utilizzo delle capacità produttive interne. “È necessario intervenire con misure più incisive”, si legge nell’ordine esecutivo, “per permettere alle industrie americane di reagire efficacemente alla concorrenza sleale e rafforzarsi strutturalmente”.
Impatti economici e scenari futuri
L’inasprimento delle tariffe potrebbe avere ripercussioni significative sui mercati globali, aumentando le tensioni commerciali tra Stati Uniti e alleati strategici. La mossa è destinata a condizionare l’andamento dei prezzi dei metalli, con possibili ricadute sull’industria manifatturiera e sull’equilibrio delle relazioni internazionali. Intanto, sul fronte interno, Trump si mostra determinato: “Le nostre industrie saranno più forti che mai”.