A quasi 18 anni dal delitto di Garlasco, una nuova pista potrebbe riscrivere la storia giudiziaria del caso. Secondo la Procura di Pavia, Chiara Poggi sarebbe stata aggredita da due persone, una delle quali potrebbe essere Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Gli inquirenti parlano di omicidio in concorso, con nuove analisi che indicano l’impiego di più strumenti durante l’aggressione.
Le ferite: pugni e colpi con oggetti non identificati
Una nuova rilettura dell’autopsia del 2007, firmata dal medico legale Marco Ballardini, evidenzia lesioni compatibili con pugni, oltre a ferite da taglio provocate probabilmente da oggetti diversi. In particolare:
- Ferite trasverse sulle palpebre, segno di un’azione superficiale con un mezzo tagliente
- Ecchimosi periorbitali, associate a colpi sferrati con pugni
- Nessuna arma del delitto ritrovata, ma tracce compatibili con un oggetto dotato di punta e superficie stretta
Tracce ematiche e impronte: nuovi dettagli sulla scena
I tecnici del Ris di Cagliari, impegnati in una ricostruzione tridimensionale della villetta, stanno analizzando due elementi chiave:
- Tre gocce di sangue isolate davanti al divano, forse legate a un colpo iniziale al naso della vittima
- Una traccia di sangue sulla parete tra il terzo e il quarto gradino delle scale, che fa ipotizzare un colpo finale alla testa prima che il corpo venisse gettato in cantina
A questi indizi si aggiunge l’impronta 33 del palmo destro, attribuita a Sempio, trovata sulla scena del crimine. La difesa sostiene che fosse lì per frequentazioni precedenti, ma per la Procura è un elemento da non sottovalutare.
L’ombra di un secondo colpevole: si riapre il caso?
Alberto Stasi, condannato a 16 anni e in fase di scarcerazione, ha sempre proclamato la propria innocenza. Le nuove ipotesi investigative potrebbero cambiare la prospettiva: si valuta l’ipotesi di un concorso nell’omicidio, con l’intervento di una seconda persona nella mattina del 13 agosto 2007.
Il lavoro del Ris, a confronto con le analisi di Parma e le perizie dell’Appello bis, punta a chiarire le anomalie nella dinamica del delitto e il possibile coinvolgimento di più aggressori.
Una verità ancora lontana?
Le nuove indagini non cancellano la condanna definitiva di Stasi, ma aprono a scenari investigativi mai davvero esplorati. La presenza di più armi, la mancanza dell’arma del delitto e la possibilità di un colpo finale inferto in cantina rendono sempre più complessa la ricerca della verità.