Una nuova intercettazione telefonica inedita accende i riflettori sul caso Garlasco. È il 12 febbraio 2008 quando Maria Rosa Cappa, madre delle gemelle Paola e Stefania, si confida con la sorella Carla, parlando con inquietudine dell’orario in cui sarebbe avvenuto l’omicidio di Chiara Poggi, la 26enne uccisa il 13 agosto 2007. Il dettaglio temporale torna al centro dell’indagine che portò alla condanna definitiva di Alberto Stasi.
“Se Chiara è morta tra le 9:30 e le 10, ci siete dentro voi altri!”, afferma Carla nella conversazione, ipotizzando che la modifica dell’orario del delitto potesse mettere in difficoltà l’intera famiglia.
Le intercettazioni: tra nervosismo e alibi da confermare
Le registrazioni, già agli atti ma ora tornate alla ribalta, mostrano l’agitazione delle due donne, preoccupate per la rivalutazione degli alibi da parte della pm Rosa Muscio, all’epoca titolare dell’inchiesta. Nessuna di loro è mai stata formalmente indagata, ma il tono delle conversazioni suggerisce un clima di forte pressione investigativa.
“Mi ha chiesto come ero vestita la mattina, la sera… io non ho niente da nascondere”, afferma Maria Rosa, mentre racconta le ore passate in Procura per rispondere agli interrogatori.
Le zie discutono anche del tutore ortopedico indossato da una delle figlie e di possibili incongruenze nei ricordi, che avrebbero potuto sollevare dubbi da parte degli inquirenti.
Stefania Cappa: pianti, rabbia e sfogo
Particolarmente tesi i toni usati in una successiva telefonata di Stefania Cappa, la cugina di Chiara. In lacrime con un’amica, racconta:
“Mi hanno interrogata ancora… io sono stanca. La pm mi ha detto che se dichiaro il falso sarà usato contro di me al processo.”
Due giorni dopo, parlando con un amico, esplode in un violento sfogo contro la pm Muscio:
“Le volevo dire: mettiti un dito nel c…! Tanto io tra un po’ sono in America e non mi vedi più, deficiente!”
Frasi che riflettono lo stress emotivo e psicologico vissuto in quel momento, ma che oggi riaccendono l’attenzione su interrogativi mai del tutto chiusi.
L’orario del delitto resta il nodo centrale
Il tempo della morte di Chiara Poggi è da sempre un punto controverso dell’inchiesta. In una vecchia intercettazione, Stefania stessa accennava alle 9:30 come orario indicativo, poco prima che fosse stabilito l’orario ufficiale del decesso.
Se il delitto fosse avvenuto prima delle 10, come suggerito dalle intercettazioni, la catena degli alibi potrebbe assumere sfumature diverse, anche se nessuna nuova accusa è stata formalizzata.