Dal 1° luglio 2025 sono ufficialmente entrate in vigore le nuove tariffe delle commissioni Bancomat, che riguardano tutti i pagamenti digitali effettuati tramite carta o app, sia online che nei punti vendita fisici. Si tratta della prima revisione del tariffario da due anni a questa parte, resa necessaria dal nuovo assetto societario dopo l’ingresso del fondo FSI – che ha acquisito il 42,9% delle quote.
Il nuovo modello prevede commissioni variabili in base al valore dell’acquisto e alla tipologia di carta utilizzata, con un impatto potenzialmente significativo sugli esercenti.
Le nuove commissioni in dettaglio
Le commissioni interbancarie, ovvero quelle applicate tra banche del circuito Bancomat, saranno ora suddivise in tre fasce di spesa. Ecco le principali modifiche operative:
Acquisti fino a 4,99 euro:
- Bancomat Carta Consumer (operazione standard, Bill Pay, ricaricabile prepagata): 0,1%
- Carte Commerciali o Aziendali: 0,7%
- Pagamenti tramite app: 0,1%
Acquisti da 5 a 24,49 euro:
- Bancomat Carta Consumer (standard, Bill Pay, ricaricabile): 0,2%
- Carte Commerciali o Aziendali: 1,3%
- Pagamenti tramite app: 0,2%
Acquisti sopra i 24,50 euro:
- Bancomat Carta Consumer:
- Standard: 0,2%
- Bill Pay / Prepagata: 0,05%
- Carte Commerciali o Aziendali:
- Standard: 1,3%
- Bill Pay / Prepagata: 0,3%
- Pagamenti tramite app:
- Tutti i metodi: 0,2% (standard), 0,05% (Bill Pay o prepagata)
Le possibili conseguenze per commercianti e clienti
Le novità introdotte potrebbero comportare una diminuzione dei margini per le banche e gli intermediari, con la possibilità – ancora incerta – che i costi vengano trasferiti agli esercenti, soprattutto quelli di piccole dimensioni. Di riflesso, alcuni prezzi al dettaglio potrebbero subire lievi aumenti, ma al momento non vi sono conferme ufficiali in merito.
Perché il cambiamento è significativo
Il nuovo tariffario segna un passaggio importante nel processo di digitalizzazione dei pagamenti, ma anche nella strategia di valorizzazione del circuito Bancomat, che punta a diversificare i ricavi e a consolidare il proprio ruolo nel mercato nazionale, anche alla luce della crescente concorrenza dei circuiti internazionali.
La differenziazione per fascia di spesa è pensata per incentivare i micropagamenti elettronici, mantenendo basse le commissioni per importi ridotti. Resta però da monitorare l’impatto reale sul mercato e sulle abitudini di consumo, soprattutto nei piccoli esercenti.