Il Mar Mediterraneo è sotto assedio. Le conseguenze del cambiamento climatico stanno trasformando radicalmente l’equilibrio ecologico del bacino, che oggi risulta tra i più vulnerabili al mondo. Le recenti analisi condotte da Copernicus e Greenpeace Italia rivelano picchi termici fino a +5°C rispetto alla norma. “È un allarme che non possiamo ignorare”, avverte Chiara Campione, direttrice di Greenpeace Italia. A fronte di una biodiversità straordinaria, meno dell’1% del Mediterraneo è protetto, mentre plastica e surriscaldamento lo rendono un ecosistema sempre più fragile.
Sardegna al centro del riscaldamento del Mediterraneo
Secondo il report Mare Caldo 2024 di Greenpeace Italia, il cuore del surriscaldamento marino si trova nelle acque sarde, dove si registrano anomalie termiche persistenti e preoccupanti. L’isola dell’Asinara ha affrontato 14 ondate di calore in un solo anno, un record assoluto a livello nazionale. A Capo Carbonara, la temperatura media è aumentata di +1,49°C, mentre il corallo endemico Cladocora caespitosa mostra segni evidenti di sbiancamento e stress termico.
Le aree monitorate in Sardegna
Greenpeace ha attivato tre stazioni di monitoraggio nell’isola, situate nelle aree marine protette di Capo Carbonara, Tavolara-Punta Coda Cavallo e Asinara. Sebbene queste zone siano formalmente tutelate, non sono immuni agli effetti del riscaldamento globale. I dati raccolti confermano l’urgenza di ampliare le tutele e rafforzare gli interventi di conservazione.
Il Mediterraneo, scrigno di biodiversità globale
Con circa l’8% delle specie marine mondiali, il Mediterraneo è considerato un hotspot di biodiversità di valore inestimabile. La sua ricchezza biologica è pari a dieci volte la media globale, ma è sempre più minacciata. In vista della Giornata internazionale del Mar Mediterraneo dell’8 luglio, Greenpeace lancia “Il Mare in Tasca”, una guida per scoprire, rispettare e difendere il Mare Nostrum attraverso gesti quotidiani consapevoli.
L’innalzamento dei mari accelera: i dati della Nasa
Nel 2024, il livello globale dei mari è cresciuto più del previsto, salendo di 0,59 cm contro i 0,43 cm stimati. La causa principale è il surriscaldamento degli oceani, che ha provocato una maggiore espansione termica dell’acqua, aggravata dallo scioglimento di ghiacciai e calotte polari. Secondo Josh Willis del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, “il tasso di aumento è in accelerazione e la tendenza è inequivocabile”.
L’espansione termica diventa il fattore dominante
Negli ultimi anni, l’innalzamento del livello del mare era attribuito per due terzi al contributo dei ghiacciai. Ma nel 2024 la situazione si è capovolta: l’espansione termica dell’acqua rappresenta oggi due terzi dell’innalzamento totale. “Con il 2024 che è stato l’anno più caldo mai registrato, anche gli oceani hanno raggiunto livelli record”, ha dichiarato Nadya Vinogradova Shiffer, responsabile della divisione di oceanografia fisica della Nasa.
Il livello del mare è aumentato di 10 cm dal 1993
Dal 1993, anno d’inizio del monitoraggio satellitare, il livello globale del mare è salito complessivamente di 10 centimetri. Il tasso annuale di crescita si è più che raddoppiato, confermando una tendenza allarmante e continua.
2024: anno più caldo di sempre e disastri in aumento
Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato sia in Europa che a livello globale. Le conseguenze sono state devastanti: 413.000 persone colpite da alluvioni e almeno 335 vittime. Il report climatico di Copernicus e dell’Organizzazione meteorologica mondiale certifica che gli ultimi dieci anni sono stati i più caldi di sempre e che la temperatura media della superficie del mare ha toccato livelli da record.
Superata la soglia critica di +1,5°C
Per la prima volta, nel 2024 la temperatura media globale ha superato di 1,5°C i livelli preindustriali, soglia critica individuata dagli scienziati per contenere gli effetti più gravi del riscaldamento. Le concentrazioni di gas serra, in particolare CO₂ e metano, continuano a salire. L’Europa, dal canto suo, si sta riscaldando il doppio della media globale, registrando il più rapido aumento di temperatura del pianeta.