Una nuova eruzione vulcanica ha colpito la penisola islandese di Reykjanes, confermando l’attuale fase di intensa attività del sottosuolo. L’eruzione, iniziata ieri nella zona dei crateri di Sundhnúkur, rappresenta il nono evento eruttivo nell’area e il dodicesimo nell’intera penisola dal 2021, anno in cui si è riattivato il vulcano Fagradalsfjall dopo secoli di quiete.
L’eruzione di Sundhnúkur: frattura lunga 2,5 chilometri
Poco prima della mezzanotte, una forte sequenza sismica ha anticipato l’arrivo del magma in superficie, spingendo le autorità islandesi a dichiarare lo stato di emergenza. Circa 300 persone sono state evacuate da zone ad alto rischio, tra cui la città di Grindavík e la celebre stazione termale Blue Lagoon.
La frattura eruttiva si è progressivamente estesa fino a 2,5 km di lunghezza, ma gli esperti rassicurano: al momento non vi sono infrastrutture o abitazioni direttamente minacciate dalla colata lavica.
Gas vulcanici e incendi aggravano l’emergenza ambientale
Il problema più grave riguarda la qualità dell’aria, fortemente compromessa dalla massiccia emissione di gas tossici. Le rilevazioni condotte nella località di Njarðvík segnalano valori tra i più alti mai registrati, con la nube di gas che ha raggiunto anche la regione dei Fiordi Occidentali (Vestfirðir).
Inoltre, l’eruzione ha innescato incendi nella vegetazione circostante, peggiorando ulteriormente la situazione ambientale e limitando la visibilità nelle aree più vicine al cratere.
Attività in calo, ma l’allerta rimane
In serata, la Protezione civile islandese ha comunicato un calo dell’attività vulcanica: il tremore sismico è quasi sparito, la deformazione del suolo si è fermata e il flusso lavico si sta riducendo, specialmente nella parte sud della frattura.
Di conseguenza, il livello di allerta è stato abbassato da “emergenza” a “pericolo”, consentendo il rientro dei residenti a Grindavík e la riapertura della Blue Lagoon. Restano però in vigore restrizioni per i turisti e i non residenti.
La penisola di Reykjanes continua a trasformarsi
Questa eruzione si inserisce nel contesto di una fase di rinnovata attività vulcanica che interessa la penisola di Reykjanes dal 2021, dopo quasi 800 anni di inattività. Gli scienziati monitorano costantemente il fenomeno, con particolare attenzione all’inquinamento atmosferico e ai rischi geologici futuri.
Le autorità e la popolazione locale rimangono in stato di vigilanza, consapevoli della rapidità con cui la natura può rimodellare uno dei territori più giovani e dinamici del pianeta.