Ora è ufficiale: il 4 ottobre diventa di nuovo festa nazionale. Il Senato, attraverso la commissione Affari costituzionali, ha approvato in via definitiva il disegno di legge già passato alla Camera, rendendo operativa la reintroduzione del giorno dedicato a San Francesco d’Assisi come ricorrenza civile e religiosa, la festività entrerà in vigore dal 2026.
Perché San Francesco torna tra i festivi
La festa, soppressa nel 1977, viene ripristinata in un momento significativo: l’anno in cui è scomparso Papa Francesco, primo pontefice a scegliere il nome del santo di Assisi. La nuova norma riconosce il 4 ottobre non solo come festività civile, ma anche come “Giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra culture e religioni diverse”.
Il primo articolo della legge richiama i valori di solidarietà, rispetto dell’ambiente e cooperazione tra i popoli, in linea con gli insegnamenti di San Francesco.
Lavoro e scuola: come cambia la giornata del 4 ottobre
A partire dal 2026, il 4 ottobre sarà un giorno non lavorativo. Nei luoghi di lavoro verrà osservato l’orario festivo, con il conseguente divieto di compiere atti giuridici non urgenti.
Per quanto riguarda le scuole, le pubbliche amministrazioni e gli enti del Terzo settore, la legge prevede la possibilità di organizzare eventi e celebrazioni ispirati alla figura del santo. La partecipazione sarà facoltativa, ma incoraggiata come occasione educativa e culturale.
Cosa cambia in busta paga dal 2026
Dal punto di vista economico, i dipendenti del settore privato riceveranno un giorno festivo retribuito in più. Chi non lavorerà il 4 ottobre, verrà comunque pagato normalmente, mentre chi sarà obbligato a lavorare in quella giornata otterrà la maggiorazione prevista dal CCNL per le festività, come avviene per Natale, Pasqua o il 1° maggio.
Per coprire i costi nella Pubblica Amministrazione, Camera e Senato hanno stanziato 10,6 milioni di euro all’anno destinati al personale operativo il 4 ottobre.