Per oltre vent’anni ha percepito indebitamente pensione di invalidità e indennità di accompagnamento, dichiarandosi cieco assoluto. Ma in realtà era solo ipovedente e perfettamente in grado di orientarsi da solo. È quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Castellammare di Stabia, che ha smascherato un complesso meccanismo di truffa ai danni dell’Inps, portando agli arresti domiciliari una coppia di coniugi del Napoletano.
Secondo le indagini, coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, i due avrebbero sottratto allo Stato oltre 150mila euro attraverso false certificazioni mediche e una condotta sistematica di inganno protratta per anni.
Le indagini e il sequestro preventivo
Il caso era già emerso nel novembre 2024, quando i finanzieri avevano eseguito un sequestro preventivo da oltre 124mila euro. L’uomo, in concorso con la moglie, era riuscito a farsi riconoscere cieco assoluto grazie a visite mediche pilotate e documentazioni non attendibili.
Le Fiamme Gialle hanno documentato, anche con video, come l’indagato fosse perfettamente capace di muoversi in ambienti affollati, interagire con sportelli bancomat, contare il denaro e riconoscere il resto dopo acquisti, mostrando un’autonomia inconciliabile con una reale condizione di cecità totale.
Medici ingannati e certificazioni sospette
Nonostante fosse in corso un’indagine per truffa aggravata ai danni dello Stato, una commissione medica pubblica aveva confermato la condizione di cecità assoluta, basandosi su un vecchio esame strumentale del 2010 e senza disporre ulteriori accertamenti. Un errore che ha consentito al falso invalido di continuare a incassare la pensione per altri mesi.
Solo la visione dei filmati da parte di un dirigente medico legale dell’Asl Napoli 3 Sud, un oculista e un consulente tecnico della Procura ha confermato in maniera definitiva che l’uomo non era affatto cieco e che le sue azioni erano incompatibili con l’invalidità dichiarata.
Reati contestati e danno erariale
I due coniugi sono ora indagati per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falso ideologico in atti pubblici, per aver indotto in errore medici pubblici e alterato l’iter di riconoscimento dell’invalidità.
La vicenda solleva nuovi interrogativi sulla vulnerabilità dei sistemi di controllo sanitari e previdenziali, in particolare in casi di falsi invalidi che riescono a eludere per anni le verifiche ufficiali.