Uniti per una causa comune, Partito Democratico e Fratelli d’Italia presentano un disegno di legge contro i baby influencer, volto a regolamentare l’accesso ai social network per i minori e a contrastare lo sfruttamento pubblicitario dei più piccoli. Il provvedimento, punta a introdurre regole più rigide per garantire la tutela dei minori online.
Social vietati fino a 15 anni: cambia l’età minima per l’accesso
Attualmente la normativa italiana prevede il limite dei 13 anni per aprire un profilo social, con consenso dei genitori obbligatorio fino ai 14 anni. Con il nuovo disegno di legge, si propone di alzare l’età minima a 15 anni per la creazione di un account social. Inoltre, i ragazzi potranno fornire il consenso autonomo al trattamento dei dati personali solo dai 16 anni.
Una svolta pensata per frenare la presenza sempre più precoce dei bambini sui social media, spesso utilizzati per scopi commerciali, dietro l’apparenza di semplici contenuti “ludici” o familiari.
Sponsorizzazioni e video pubblicitari: in arrivo linee guida contro gli abusi
Uno dei punti chiave del disegno di legge riguarda la regolamentazione delle sponsorizzazioni online che coinvolgono i minori. Entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge, l’Agcom dovrà pubblicare linee guida per garantire trasparenza nei contenuti pubblicitari veicolati dai profili dei minori.
L’obiettivo è prevenire lo sfruttamento economico travestito da “gioco” o “passatempo” e assicurarsi che ogni forma di contenuto a pagamento venga chiaramente segnalata, tutelando così l’integrità dei bambini e la consapevolezza delle famiglie.
Arriva il portafoglio digitale per verificare l’età online
Per rendere effettivo il controllo sull’età degli utenti, entro il 30 giugno 2026 verrà introdotto il “mini-portafoglio digitale europeo”, un sistema di identificazione che certificherà in modo sicuro e verificabile la data di nascita degli utenti online.
In attesa del sistema europeo, il governo italiano valuta soluzioni provvisorie: tra le proposte, lo sviluppo di un’app nazionale per il controllo dell’età, oppure l’obbligo per le piattaforme di richiedere carta d’identità e codice fiscale al momento dell’iscrizione.
Il dibattito in Parlamento e gli emendamenti in discussione
Nonostante il forte sostegno trasversale, il provvedimento è ancora in fase di discussione. Alcuni parlamentari hanno proposto emendamenti per uniformare il limite di età a 14 anni, tentando di bilanciare diritti digitali e tutela dei minori. Tuttavia, la direzione appare chiara: ridurre drasticamente le possibilità di creare profili social a scopo di lucro per bambini e preadolescenti.