Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha avviato ufficialmente il censimento nazionale degli autovelox, imponendo agli enti locali l’obbligo di comunicare tutti i dati relativi agli strumenti di rilevamento della velocità entro il 30 novembre 2025.
Secondo quanto stabilito dal decreto n. 305 del 18 agosto 2025, i Comuni avranno 60 giorni per accedere alla nuova piattaforma telematica del MIT e registrare ogni dispositivo: sarà necessario indicare numero di matricola, codice catastale, tipo di apparecchio, ubicazione e gli estremi del decreto di approvazione o estensione.
Dal 1° dicembre multe illegittime se l’autovelox non è registrato
Una volta scaduto il termine, a partire dal 1° dicembre 2025, tutti gli autovelox non censiti dovranno essere disattivati. Qualsiasi multa per eccesso di velocità emessa da un dispositivo non registrato sarà considerata illegittima.
Il MIT è chiaro: “L’inserimento dei dati è condizione necessaria per il legittimo utilizzo degli autovelox”. Questo apre le porte a ricorsi legali da parte degli automobilisti, che potranno ottenere l’annullamento della sanzione se questa proviene da apparecchiature non censite.
Trasparenza e accesso pubblico ai dati
Tutti i dati inseriti nella piattaforma saranno pubblicati sul portale istituzionale del Ministero, rendendoli liberamente consultabili dai cittadini. Inoltre, ogni variazione o aggiornamento dovrà essere comunicato in tempo reale, per mantenere aggiornato l’elenco dei dispositivi autorizzati.
Resta il nodo omologazione: il problema ancora irrisolto
Nonostante il censimento, il problema dell’omologazione degli autovelox resta aperto. Nel 2024 la Corte di Cassazione aveva stabilito che gli strumenti approvati ma non omologati non possono generare sanzioni legittime, dando il via a una serie di ricorsi in tutta Italia.
In base alla normativa vigente, la doppia procedura di approvazione e omologazione è necessaria per la validità del dispositivo. Tuttavia, la maggior parte degli autovelox italiani risulta solo approvata. Senza un intervento normativo chiarificatore, la situazione continua a creare confusione tra automobilisti, enti locali e giudici.