Mercoledì 7 maggio si è ufficialmente aperto il Conclave per l’elezione del 267° Papa della Chiesa cattolica, dopo la scomparsa di Papa Francesco. I 133 cardinali elettori si sono riuniti nella Cappella Sistina, cuore spirituale del Vaticano, per avviare il processo che porterà alla scelta del nuovo pontefice. La prima votazione è attesa nel pomeriggio, con la possibilità di una prima fumata nera intorno alle 19:00.
I favoriti al soglio pontificio
Tra i nomi più accreditati emerge con forza quello del cardinale Pietro Parolin, attuale Segretario di Stato vaticano, riconosciuto per la sua consolidata esperienza diplomatica e la capacità di mediazione tra le diverse anime della Chiesa. La sua figura rappresenta una possibile sintesi tra tradizione e innovazione.
Altri candidati di rilievo includono:
- Luis Antonio Tagle, cardinale delle Filippine, stimato per la sua sensibilità verso i temi della povertà e giustizia sociale, considerato un esponente dell’ala progressista.
- Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, noto per il suo ruolo nel dialogo interreligioso e la mediazione nei conflitti internazionali, tra cui quello tra Russia e Ucraina.
- Robert Prevost, cardinale statunitense, apprezzato per il suo approccio pragmatico e la solida esperienza pastorale e amministrativa.
- Péter Erdő, arcivescovo di Budapest, sostenuto dalle correnti più conservatrici dell’episcopato.
Gli outsider: nomi a sorpresa tra i possibili eletti
Accanto ai papabili più noti, il Conclave potrebbe riservare sorprese. Tra i nomi meno attesi, ma con profili significativi:
- Mario Grech, cardinale maltese e segretario generale del Sinodo dei Vescovi, attore centrale nei recenti processi sinodali.
- Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia, impegnato nella promozione della coesione sociale e del dialogo con le altre fedi.
- Fridolin Ambongo Besungu, cardinale della Repubblica Democratica del Congo, noto per la sua difesa dei diritti umani e dell’ambiente.
Come funziona il Conclave
Il Conclave si svolge a porte chiuse nella Cappella Sistina. I cardinali, sottoposti a rigide regole di isolamento, votano fino a raggiungere una maggioranza qualificata di due terzi, ovvero 89 voti su 133. Il primo giorno si tiene generalmente una sola votazione, mentre nei giorni successivi se ne prevedono quattro al giorno: due al mattino e due nel pomeriggio.
Le fumate, generate bruciando le schede, comunicano l’esito:
- Fumata nera: nessun candidato ha raggiunto la maggioranza richiesta.
- Fumata bianca: il nuovo Papa è stato eletto.
La prima fumata è prevista nel tardo pomeriggio, alle 19:00, ma è improbabile che sia già quella decisiva.
Un momento decisivo per la Chiesa
L’elezione del nuovo Pontefice arriva in una fase delicata per la Chiesa cattolica, chiamata ad affrontare sfide globali quali la pace, la giustizia sociale, la tutela dell’ambiente e la riforma interna. La scelta del successore di Papa Francesco sarà determinante per definire la linea pastorale e geopolitica del prossimo pontificato.
Milioni di fedeli in tutto il mondo attendono con emozione il segnale tanto atteso: la fumata bianca che annuncerà il nome del nuovo leader della Chiesa universale.