Le nuove tariffe imposte da Washington scuotono le borse internazionali: Tokyo cede oltre il 4%, l’Europa pronta ai controdazi. A rischio l’equilibrio commerciale globale.
Mercati in calo dopo l’entrata in vigore dei nuovi dazi Usa
È entrata ufficialmente in vigore una nuova serie di dazi doganali imposti dagli Stati Uniti, con conseguenze immediate sui mercati asiatici. La misura, annunciata dal presidente Donald Trump, mira a correggere gli squilibri commerciali internazionali e rilanciare il comparto manifatturiero americano. Tuttavia, le reazioni negative dei mercati non si sono fatte attendere.
La borsa di Tokyo ha registrato un crollo del 4,35%, seguita da Hong Kong con una perdita dell’1,82%. L’indice S&P/ASX 200 australiano ha chiuso in ribasso dell’1,97%, mentre Shanghai ha mostrato una lieve resistenza, chiudendo in positivo (+0,65%), così come lo Szse (+0,37%).
Dazi rafforzati contro la Cina e l’Unione europea
Al centro del provvedimento, le merci importate dalla Cina, ora colpite da tariffe superiori al 100%. Le nuove imposte, in alcuni casi fino al 104%, rappresentano uno dei giri di vite più duri degli ultimi decenni.
Pechino ha già annunciato misure di ritorsione, prevedendo dazi del 34% sui prodotti statunitensi. Intanto, anche l’Unione europea è finita nel mirino, con una tariffa al 20% su diversi beni esportati verso gli USA. Bruxelles è pronta a rispondere con controdazi del 25% su alcuni prodotti americani, con effetto dal 15 aprile.
Trump difende la strategia: “Non ci deruberanno più”
In un clima di crescente tensione, Trump ha dichiarato: “Il nostro Paese è stato derubato per oltre 50 anni. Ma non succederà più”. Il presidente ha aggiunto che altri Paesi, in particolare la Cina, hanno sottovalutato la reazione americana.
Secondo la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, Trump è pronto al dialogo, ma i dazi rimarranno attivi durante le trattative. “Tutti vogliono parlare con gli Stati Uniti, sanno quanto siano cruciali i nostri mercati e i nostri consumatori”, ha dichiarato, sottolineando la disponibilità ad accordi bilaterali mirati.
Impatto globale: rincari in vista per consumatori e imprese
Le conseguenze si faranno sentire anche sui consumatori. Saranno gli importatori statunitensi a dover sostenere i costi maggiorati, che inevitabilmente si ripercuoteranno lungo la filiera fino al cliente finale. Allo stesso tempo, le aziende estere rischiano di perdere competitività, mentre gli americani potrebbero orientarsi verso fornitori con tariffe più basse.
Cresce il rischio di una guerra commerciale globale
La mossa di Washington rischia di esacerbare le tensioni commerciali internazionali. Pechino ha promesso di “combattere fino alla fine”, mentre Trump insiste sul fatto che la Cina sia interessata a negoziare, ma “non sa come iniziare il dialogo”, come dichiarato in un post su Truth Social.
L’escalation tra le due principali potenze economiche mondiali potrebbe avere ricadute profonde sulla stabilità dei mercati globali, segnando l’inizio di una nuova fase critica per il commercio internazionale.