Israele e Hamas hanno formalmente raggiunto un accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, segnando l’avvio della prima fase di un piano di pace sostenuto dalla comunità internazionale. L’annuncio è arrivato da Washington nelle prime ore del 9 ottobre 2025, quando il presidente statunitense Donald Trump ha comunicato l’intesa raggiunta grazie alla mediazione di Qatar, Egitto e Turchia.
Il piano prevede l’avvio di un graduale processo di distensione che punta a porre fine al conflitto armato scoppiato due anni fa. Le truppe israeliane si ritireranno su una linea di sicurezza prestabilita, mentre le fazioni palestinesi si impegneranno a rispettare una tregua immediata.
Il contenuto dell’accordo e lo scambio di prigionieri
Il cuore dell’intesa ruota attorno a un accordo di scambio: Hamas rilascerà 20 ostaggi israeliani ancora in vita in cambio della liberazione di circa 2.000 detenuti palestinesi, tra cui 250 condannati all’ergastolo. Lo scambio dovrà avvenire entro 72 ore dall’inizio del ritiro militare, che si stima possa iniziare già nelle prossime 24 ore, a seguito dell’approvazione ufficiale dell’accordo da parte del governo israeliano.
In parallelo, verrà garantito l’ingresso immediato di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, a lungo isolata dalle operazioni militari. La prima fase dell’accordo ha quindi una duplice valenza: alleggerire la pressione sul piano umanitario e aprire a una progressiva normalizzazione dei rapporti tra le parti coinvolte.
Le reazioni in Israele e Palestina
Il governo israeliano ha accolto con favore l’accordo, sottolineando l’importanza del rilascio degli ostaggi e del sostegno fornito dagli alleati occidentali. Le autorità hanno dichiarato l’intenzione di ratificare l’intesa nelle prossime ore.
Hamas ha confermato la fine delle ostilità, parlando di un passo fondamentale verso la cessazione definitiva della guerra a Gaza. Il movimento ha ribadito il proprio impegno a rispettare l’accordo, pur esortando la comunità internazionale a garantire che Israele non ne ostacoli l’attuazione.
Nella Striscia di Gaza, in particolare a Khan Yunis, migliaia di persone sono scese in piazza per festeggiare la notizia, accogliendo il cessate il fuoco come un momento di sollievo e speranza dopo mesi di bombardamenti e privazioni.
Trump ospite alla Knesset e visita in Israele
Il presidente Donald Trump ha ricevuto un invito ufficiale a parlare alla Knesset israeliana in occasione della sua visita a Gerusalemme prevista per la prossima settimana. Il dialogo tra gli Stati Uniti e il governo israeliano si fa quindi sempre più stretto, con la prospettiva di un maggiore coinvolgimento americano nelle future fasi del processo di pace.
Dopo due anni di guerra, si apre una prospettiva di tregua
L’accordo arriva esattamente due anni dopo l’attacco del 7 ottobre 2023, in cui l’offensiva lanciata da Hamas causò oltre 1.200 vittime in Israele e il rapimento di 251 persone. In risposta, l’esercito israeliano ha condotto una vasta operazione militare nella Striscia di Gaza, con un bilancio drammatico: oltre 67.000 morti, di cui più di 20.000 bambini, secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute palestinese.
Prospettive future per la pace nella regione
Il cessate il fuoco firmato oggi rappresenta un punto di svolta nel conflitto israelo-palestinese. Se le parti rispetteranno i termini dell’accordo, nei prossimi mesi potrebbero aprirsi nuovi canali di dialogo per affrontare le cause profonde del conflitto. Tuttavia, l’equilibrio resta fragile e sarà fondamentale il monitoraggio continuo della situazione da parte degli attori internazionali coinvolti.