Una lunga sequenza di scosse di assestamento sta interessando Istanbul e il Mare di Marmara, dopo il forte terremoto di magnitudo 6.2 registrato nella tarda mattinata del 23 aprile. L’epicentro è stato localizzato nei pressi di Silivri, nella periferia occidentale della metropoli turca. Più di 180 scosse secondarie sono state rilevate, l’ultima delle quali — magnitudo 4.1 — alle 7:19 ora locale (le 6:19 in Italia), secondo quanto riportato dall’agenzia turca per le emergenze Afad.
Crolli parziali e tanta paura: danni contenuti, ma la città è in allerta
Secondo le autorità, non sono stati registrati danni strutturali significativi a infrastrutture o edifici, ma la TV di Stato Trt ha riportato il crollo parziale di un tratto delle antiche mura di Costantinopoli, simbolo storico della città. È anche crollato un edificio abbandonato nel quartiere di Fatih, già in condizioni precarie.
Il monitoraggio dei danni da parte della protezione civile turca continua in tutta la città, soprattutto nella penisola storica di Istanbul, particolarmente vulnerabile.
Cittadini in fuga e notti all’aperto per il timore di nuove scosse
Il sisma ha generato scenari di panico in diversi quartieri della città: centinaia di persone hanno abbandonato le proprie case, dirigendosi verso le aree settentrionali della città, considerate più sicure dal punto di vista sismico.
Secondo il ministro della Sanità turco Kemal Memisoglu, 221 persone sono rimaste ferite, molte delle quali per essersi lanciate nel vuoto da finestre o balconi in preda al panico. Nessuna di loro è in pericolo di vita, ma 15 sono ancora ricoverate in ospedale.
La situazione resta sotto controllo, ma la paura non passa
Le autorità rassicurano la popolazione ma la tensione rimane alta, alimentata dalla continua attività sismica e dai ricordi del devastante terremoto del 1999. In molti hanno scelto di dormire all’aperto, nei parchi cittadini, per evitare il rischio di trovarsi in edifici instabili in caso di nuove scosse.