La tensione tra India e Pakistan ha raggiunto livelli drammatici nelle ultime ore, dopo una notte segnata da violenti scontri armati lungo la Linea di Controllo (LoC) nella regione contesa del Kashmir. Secondo quanto riferito da fonti ufficiali di New Delhi, 13 civili indiani sono rimasti uccisi e altri 59 feriti nel villaggio di Poonch, colpito dall’artiglieria pakistana.
Dopo l’Operazione Sindoor, la rappresaglia di Islamabad
Gli scontri sono scoppiati all’indomani dell’Operazione Sindoor, il massiccio attacco missilistico dell’India contro nove obiettivi in territorio pakistano, definiti “campi di terroristi”. In risposta, il primo ministro pakistano Shehbaz Sharif ha promesso vendetta: “Chi è caduto sarà vendicato”. Islamabad parla di 31 civili uccisi nei bombardamenti e negli scontri.
Scontro aperto: 43 morti e un nuovo fronte aereo
Il bilancio complessivo è pesante: almeno 43 vittime accertate tra le due nazioni. Ma la crisi potrebbe allargarsi anche in cielo: secondo diverse fonti, il Pakistan avrebbe abbattuto almeno due jet indiani — uno in Punjab, l’altro in Kashmir. Sui social indiani si rincorrono immagini e video dei presunti velivoli abbattuti, ma le autorità di New Delhi non hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali. Alcune fonti internazionali — tra cui la CNN e Reuters — parlano di un Rafale indiano colpito, mentre immagini compromettenti sarebbero state rimosse dalla rete nel giro di poche ore.
Il rischio di escalation è concreto
Con scambi di artiglieria in corso, accuse incrociate e jet abbattuti, la tensione nella regione ha raggiunto un punto critico. Analisti internazionali temono che una nuova guerra tra India e Pakistan possa esplodere da un momento all’altro. La Turchia ha già lanciato l’allarme, parlando di rischio conflitto totale.