Il conflitto in Ucraina continua a logorare l’apparato militare russo, e la perdita operativa del missile Kh-22 rappresenta un momento critico. Progettato negli anni ’60 per contrastare grandi unità navali e obiettivi strategici terrestri, il Kh-22 – noto anche come AS-4 Kitchen – è stato riutilizzato da Mosca per compensare la carenza di armamenti moderni. Con una gittata di 500 chilometri e una testata ad alto potenziale distruttivo, ha svolto un ruolo fondamentale negli attacchi a lunga distanza.
Tuttavia, il suo impiego ha sollevato preoccupazioni a livello internazionale per l’alta imprecisione e i gravi danni collaterali causati, come nel tragico bombardamento di Dnipro del gennaio 2023, che provocò la morte di almeno 44 civili.
Arsenali ridotti e produzione rallentata
Secondo fonti vicine all’intelligence occidentale, le scorte di missili Kh-22 sono ormai esaurite, e la produzione di nuovi armamenti non riesce a sostenere il ritmo delle perdite sul campo. La Russia si trova in seria difficoltà nel rimpiazzare le armi di epoca sovietica, ancora oggi fondamentali per la propria offensiva. Questo calo sta già determinando una riduzione dell’intensità dei combattimenti, con impatti tangibili sulla capacità di mantenere la pressione sul fronte ucraino.
Impatti strategici sull’equilibrio del conflitto
L’esaurimento dei Kh-22 priva Mosca di uno dei pochi strumenti disponibili per attacchi a lungo raggio, complicando le operazioni militari. La necessità di rivedere la strategia offensiva potrebbe portare il Cremlino a fare maggiore affidamento su armamenti alternativi, oppure ad allentare l’offensiva su alcuni fronti critici. In entrambi i casi, la perdita rappresenta un indebolimento tangibile della postura militare russa.
Uno scenario incerto per Mosca
La guerra in Ucraina si sta rivelando una prova logorante per la macchina bellica russa. L’incapacità di rifornire efficacemente l’esercito con armi avanzate mette a rischio la sostenibilità a lungo termine del conflitto. La scomparsa del Kh-22 dai teatri operativi segna una svolta significativa, aprendo interrogativi sulla tenuta del potere militare russo nei mesi a venire.