L’intelligenza artificiale crea o distrugge posti di lavoro? La domanda è, ormai da qualche tempo, sempre la stessa. E lo è anche la risposta: no, l’AI non renderà tutti disoccupati, anzi.
“Questa rivoluzione, – commenta Silvia Movio, Director di Hunters, brand di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato – come spesso è accaduto con altre novità, spaventa molti lavoratori, ma la realtà è decisamente diversa e, per certi versi, più confortante: l’AI genererà nuove opportunità di lavoro per coloro che sapranno aggiornare le proprie competenze. Io credo, infatti, che il vero problema del mercato del lavoro dei prossimi anni sarà il mismatch, ovvero la mancanza di allineamento tra persone in cerca di un’occupazione e i posti vacanti e per colmare questa distanza dovremo necessariamente riqualificare la forza lavoro e puntare moltissimo sulla formazione”.
Dall’Osservatorio di Hunters Group è emerso che le opportunità cresceranno del 10% grazie all’intelligenza artificiale. Nei prossimi mesi, infatti, le aziende cercheranno soprattutto AI engineer, AI architect, data scientist e machine learning engineer.