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Lo “sguardo colpevole” del cane non significa che si sente in colpa: ecco cosa dice la scienza

25 Marzo 2025
Lo “sguardo colpevole” del cane non significa che si sente in colpa: ecco cosa dice la scienza

Foto di Hilary Halliwell: https://www.pexels.com/it-it/foto/beagle-marrone-bianco-e-nero-1031431/

Studi scientifici confermano che il cane non prova senso di colpa: quegli occhi languidi sono una risposta allo stato emotivo del padrone.

Perché il cane sembra sentirsi in colpa?

Quegli occhi teneri e orecchie basse, capaci di sciogliere anche il cuore più duro, sembrano voler dire: «Non essere arrabbiato con me, sono solo un piccolo innocente». Ma che davanti a noi ci sia un Chihuahua o un imponente Alano, il risultato non cambia: il cane sa come trasmetterci tenerezza. Tuttavia, quello che noi interpretiamo come “sguardo colpevole” non è affatto legato a un vero senso di colpa.

La scienza del comportamento canino ci spiega infatti che il cane non si sente colpevole nel modo in cui lo intendiamo noi esseri umani. Quello sguardo particolare, unito a posture di sottomissione, è in realtà un segnale pacificatore, un modo per ridurre lo stress e calmare un conflitto percepito con il proprio umano di riferimento.

La risposta emotiva del cane ai nostri rimproveri

A fare luce su questo comportamento è stata, tra gli altri, Jennifer Templeton, ricercatrice in neuroetologia e ecologia cognitiva presso il Knox College. Nel 2020 ha pubblicato uno studio che conferma quanto già affermato nel 2009 da Alexandra Horowitz, direttrice dell’Horowitz Dog Cognition Lab al Barnard College della Columbia University.

Secondo Horowitz, i cani assumono lo “sguardo colpevole” in risposta al nostro disappunto, non perché siano consapevoli di aver infranto una regola. Il comportamento nasce quindi come reazione al rimprovero umano, non come ammissione di colpa. Infatti, nei test condotti, anche i cani innocenti assumevano quell’atteggiamento se percepivano una reazione negativa da parte del padrone.

Il ruolo della punizione nel comportamento del cane

Gli studi mostrano che i cani puniti fisicamente in passato tendono a sviluppare con maggiore frequenza quello sguardo sottomesso. Questo porta molti proprietari a fraintendere il comportamento del cane, pensando che stia “confessando” una marachella.

La verità è che quel tipo di espressione si manifesta anche quando il cane non ha fatto nulla di sbagliato, ma il proprietario lo guarda con aria arrabbiata o lo sgrida. La reazione del cane è dunque un riflesso del nostro comportamento e del suo tentativo di ristabilire l’armonia nel gruppo sociale.

I cani provano davvero senso di colpa?

Secondo Luca Spennacchio, istruttore cinofilo e divulgatore, la risposta è chiara: no, i cani non provano senso di colpa come lo intendiamo noi. Ma ciò non significa che non provino nulla. Essendo animali sociali, i cani sono estremamente sensibili allo stato emotivo umano e hanno sviluppato, grazie a millenni di coevoluzione con l’uomo, un’elevata capacità di leggere il nostro linguaggio del corpo, la mimica facciale e persino le emozioni tramite l’olfatto.

In altre parole, il cane non capisce di aver infranto una regola morale, ma percepisce chiaramente che qualcosa nel nostro comportamento è cambiato e si adegua con segnali di pacificazione: oltre allo sguardo colpevole, può sbadigliare, mostrarsi a pancia in su, abbassare il corpo e così via.

Una lettura più consapevole del comportamento del cane

È fondamentale, quindi, evitare proiezioni umane sul comportamento canino. Il nostro amico a quattro zampe non prova vergogna o rimorso, ma è un attento osservatore delle nostre emozioni. Lo sguardo colpevole è, in sostanza, una forma di comunicazione empatica e una strategia per evitare conflitti.

Conoscere questi meccanismi ci aiuta non solo a comprendere meglio il nostro cane, ma anche a rafforzare il legame con lui, basandolo su comprensione, fiducia e rispetto reciproco.

Tags: cane
Elio Monaldo

Elio Monaldo

Sono affascinata dalle storie che trasformano il nostro modo di vedere il mondo e cerco di portare quella stessa trasformazione ai miei lettori.

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