L’esame di maturità cambia volto già da quest’anno. Con il via libera al decreto in Consiglio dei ministri, parte ufficialmente la riforma dell’Esame di Stato, che torna a chiamarsi solo “maturità”, con l’obiettivo di valutare realmente la crescita personale e intellettuale dello studente.
Tra le principali novità spicca l’inasprimento delle regole sull’orale: dal 2025 non sarà più possibile rifiutarsi di sostenerlo, come hanno fatto alcuni studenti quest’anno. Chi si presenta in scena muta potrà essere bocciato, anche se ha raggiunto i crediti minimi.
Cosa cambia nell’esame di maturità 2025
Il nuovo impianto dell’esame resta strutturato in due prove scritte e un orale, ma con modifiche sostanziali nei contenuti e nella valutazione:
- Prova di italiano invariata, per tutti gli indirizzi.
- Seconda prova scritta rinnovata, con focus su logica, problem solving e pensiero critico nelle materie di indirizzo, come matematica o discipline tecniche.
- Colloquio orale più centrale: lo studente dovrà dimostrare autonomia, capacità di collegamento tra le discipline, conoscenze di educazione civica e riflessione sui percorsi PCTO (ex alternanza scuola-lavoro).
Valutazione: stop alle scorciatoie, contano tutte le prove
Una delle modifiche più significative riguarda i criteri di valutazione. Dal 2025, nessuna delle tre prove potrà essere saltata: la partecipazione completa è obbligatoria per il superamento dell’esame, anche se lo studente ha già un numero di crediti teoricamente sufficiente.
In fase di valutazione, si punta a valorizzare maggiormente le competenze trasversali, premiando l’autonomia e la maturità personale. È inoltre in discussione un aumento del peso dei crediti scolastici ottenuti nel triennio, per premiare il percorso costante nel tempo.
L’esame del 2025 si preannuncia più esigente ma anche più coerente con il mondo reale, valorizzando capacità, pensiero critico e responsabilità personale: gli studenti sono avvisati.