Lettera anonima:
Cara Redazione,
mi chiamo Marta, ho 38 anni, sono sposata da 11 con Cristiano, mio coetaneo. Non abbiamo figli, per scelta condivisa all’inizio, anche se oggi non so più se quella scelta fosse davvero mia o solo un riflesso del nostro equilibrio, che allora sembrava indistruttibile.
All’inizio c’era tutto: affetto, stima, complicità. Ridevamo molto, anche delle sciocchezze. Eravamo un “noi” che funzionava. Ma la vita è entrata pian piano nelle crepe invisibili: il lavoro, le giornate sempre uguali, il silenzio che ha preso il posto delle domande. E così, senza accorgercene, siamo diventati coinquilini gentili.
Tutto è cambiato l’estate scorsa. Una mia amica mi ha invitata a passare una settimana nella sua casa di famiglia a Stromboli. Ero stanca, svuotata, ma ho accettato. Non cercavo niente, solo un po’ di respiro. Lì ho conosciuto Marco, 42 anni, romano, fotografo freelance, ospite di amici in comune. Un uomo che ascolta davvero, che parla guardandoti negli occhi come se niente al mondo fosse più importante di quello che dici.
Con Marco non è successo “niente”. Non fisicamente. Ma forse proprio per questo è successo tutto. Una sera abbiamo camminato sulla sabbia bagnata, in silenzio, con il mare che faceva da sfondo alle cose che non ci dicevamo. Ci siamo raccontati le nostre vite senza filtri, come se ci conoscessimo da sempre. E nel suo sguardo ho sentito qualcosa che non provavo da anni: il desiderio di essere vista.
Tornata a casa, ho ripreso la mia routine con Cristiano. Cena, tv, letto. Marco mi ha scritto due giorni dopo: “Sei tornata, ma non sei sparita dalla mia testa.” Da allora ci scriviamo. Ogni giorno. Messaggi, note vocali, a volte video. Nessuna dichiarazione, ma ogni parola è carica di sottintesi. E io… io mi sento viva solo quando leggo il suo nome sullo schermo.
Non so cosa sia giusto. Cristiano non ha fatto nulla di male, ma non mi guarda più. Forse neanche io lo guardo più. Eppure c’è un legame, un passato, una storia scritta insieme. Con Marco invece c’è una scintilla, una possibilità che mi spaventa e mi attira.
Sto facendo qualcosa di sbagliato? Dovrei troncare tutto con Marco prima che sia troppo tardi, prima che questo “niente” diventi un punto di non ritorno? O dovrei avere il coraggio di capire se quella scintilla merita di diventare fuoco?
Con il cuore diviso,
Marta, sospesa tra due verità
Risposta della redazione
Cara Marta,
la tua lettera è un sussurro di verità che tante persone vivono, ma pochi hanno il coraggio di raccontare. Hai fatto qualcosa di importantissimo: ti sei fermata ad ascoltarti.
Il fatto che ti senti “vista” da Marco non è un tradimento, ma un campanello d’allarme. Non tanto per la tua fedeltà a Cristiano, ma per la fedeltà verso te stessa. Ti sei allontanata da chi sei? O sei semplicemente cresciuta in una direzione diversa?
Ti consigliamo di non prendere decisioni affrettate, ma nemmeno di ignorare ciò che provi. Prima ancora di scegliere tra Cristiano ed Marco, prova a capire cosa vuoi tu, indipendentemente da entrambi. Hai il diritto di desiderare pienezza, presenza, amore vivo.
Parlare con Cristiano, con sincerità, potrebbe essere il primo passo. Forse vi siete smarriti, ma potreste anche ritrovarvi. O, con onestà, scegliere strade diverse.
Qualunque cosa tu decida, ricorda: scegliere se stessi non è egoismo. È la forma più vera di lealtà.
Con affetto e rispetto,
La Redazione di Insider
Questa storia riflette situazioni reali, ma i fatti e i nomi sono stati anonimizzati. Pertanto, eventuali somiglianze con persone reali o fatti accaduti sono puramente casuali e non intenzionali.