In Italia non si può chiamare un figlio come si vuole. Anche se l’ispirazione arriva da film, cartoni, marchi famosi o personaggi storici, ci sono precise regole legali che vietano nomi ritenuti inappropriati, offensivi o potenzialmente dannosi per il nascituro. A stabilirlo è la legge 396/2000, che tutela i minori da identità che possano risultare ridicole o lesive della loro dignità.
I nomi vietati dalla normativa italiana
Ecco una panoramica dei nomi che non puoi usare in Italia per registrare un neonato:
- Nomi offensivi, volgari o ridicoli (es. Parolacce, soprannomi irrisori, allusioni sessuali)
- Personaggi storici controversi: vietati nomi come Adolf Hitler, Bin Laden, Benito Mussolini, Lenin
- Brand e prodotti commerciali: no a Nutella, Ikea, Prada, Ferrari
- Personaggi di fantasia: vietati Goku, Moby Dick, Frankenstein, Harry Potter, Jon Snow
- Giorni della settimana legati alla sfortuna: vietati nomi come Mercoledì o Venerdì
- Nomi che richiamano patologie o disgrazie
- Cognomi usati come nomi propri, tranne casi ormai consolidati (es. Bruno)
Regole generali da rispettare
- Il nome deve corrispondere al genere del neonato, con poche eccezioni (es. Andrea, Celeste, Fiore).
- È vietato dare il nome di un genitore o fratello ancora in vita.
- Si possono assegnare massimo tre nomi (i composti come “Gianmaria” contano come uno).
- Per i nomi stranieri, è obbligatorio utilizzare l’alfabeto italiano, evitando simboli non riconosciuti.
Il motivo della legge
La scelta del nome non è solo una questione di gusto personale: la legge mira a proteggere i minori da discriminazioni, bullismo e disagio sociale. Il nome è la prima identità pubblica del bambino, e deve essere dignitoso, rispettoso e culturalmente adeguato.