L’aperitivo in piazza si è trasformato in un’esperienza “salata” per un gruppo di turisti nel centro storico di Ostuni, la celebre Città Bianca. Sullo scontrino finale del locale, oltre ai soliti drink e stuzzichini, è comparsa una voce inattesa: 2 euro a persona per la musica, un supplemento “artistico” che ha lasciato spiazzati i clienti.
“La musica era bella, ma nessuno ci aveva avvisati”
La serata sembrava perfetta: quattro persone, alcuni cocktail, qualche piatto da condividere e l’atmosfera suggestiva del centro storico animata da un deejay set dal vivo. Finché non è arrivato il conto. Accanto ai prezzi – già alti ma previsti – è spuntato il supplemento per la musica, pari a 8 euro complessivi.
«La musica era molto bella, ma nessuno si aspettava di trovarla sullo scontrino», ha dichiarato uno dei clienti a Rainews, ironizzando sull’“extra” non segnalato nel menu.
Tra polemiche e rincari estivi
Il caso ha acceso nuove polemiche su prezzi e trasparenza nei locali delle mete turistiche. Dopo le recenti critiche rivolte a stabilimenti balneari e ristoranti, questa volta è il turno dei bar con intrattenimento: l’accusa è quella di far pagare servizi non richiesti né chiaramente comunicati.
In un’estate già segnata da prezzi elevati e salari stagnanti, l’episodio rilancia il tema della trasparenza nei costi e della necessità di evitare spiacevoli sorprese sugli scontrini, soprattutto in un Paese che punta sul turismo come risorsa economica chiave.