Una storia di determinazione, maternità e solidarietà accademica arriva da Catania, dove una studentessa di 33 anni, ha sostenuto un esame universitario pochi giorni dopo aver partorito il suo primo figlio, nato il 26 agosto all’ospedale San Marco.
La giovane mamma aveva programmato tutto nei minimi dettagli, ma la data della prova per diventare insegnante di sostegno – fissata come ultima possibilità per il 29 agosto 2025 – coincideva con il periodo del parto. «Pensavo di aver perso questa opportunità», racconta la ragazza, «ma poi è arrivata una bellissima sorpresa».
La Kore di Enna porta l’università in ospedale
Davanti alla situazione straordinaria, l’Università Kore di Enna ha deciso di compiere un gesto che ha commosso non solo la candidata ma anche l’intera comunità accademica. Tre docenti si sono recati direttamente nel reparto di Ginecologia dell’ospedale San Marco per consentire alla studentessa di sostenere l’esame in un’aula del tutto particolare: la sua stanza post-parto.
Un gesto che dimostra attenzione concreta verso le esigenze degli studenti e un modello di inclusione che va oltre la burocrazia. «Ho pianto di gioia», ha dichiarato emozionata la ragazza «perché avevo con me il mio bambino e allo stesso tempo la possibilità di concludere un percorso che ho tanto desiderato».
Il diritto allo studio incontra la maternità
Il caso di questa studentessa diventa simbolo di una università che ascolta, che non si limita a seguire regole rigide ma che sceglie di valorizzare l’impegno personale anche in condizioni difficili. Un esempio virtuoso di integrazione tra diritto allo studio e diritto alla genitorialità, ancora troppo spesso percepiti come incompatibili.
L’iniziativa della Kore di Enna potrebbe ora aprire un dibattito più ampio sull’accessibilità dell’istruzione universitaria per le studentesse madri, suggerendo nuovi modelli di flessibilità nei percorsi formativi.