Segnalare auto parcheggiate in modo irregolare e guadagnare qualche euro: un’idea semplice, quasi geniale. Così nasce Scout Park, l’app svedese che promette di ripulire le strade dai parcheggi selvaggi trasformando i cittadini in occhi digitali della polizia. Ogni multa generata grazie a una segnalazione confermata fa guadagnare 4,30 euro. Una sorta di crowdsourcing della legalità, ma con implicazioni che fanno discutere.
Come funziona Scout Park?
Chiunque abbia almeno 16 anni può registrarsi sulla piattaforma, fornendo codice fiscale e numero di telefono. Dopo l’iscrizione, l’app ricorda agli utenti le regole del codice della strada e li guida nella mappatura delle zone cittadine.
Segnalare un’infrazione è un gioco da ragazzi:
- Selezionare l’area in cui si trova l’auto in sosta irregolare.
- Scattare foto chiare del veicolo, con la targa ben visibile.
- Inviare la segnalazione tramite l’app.
A quel punto, la palla passa alla polizia, che verifica l’infrazione e, se confermata, emette la multa. Il cittadino-segnalatore riceve il suo compenso direttamente sull’app. Segnalando un’auto al giorno, si possono guadagnare oltre 120 euro al mese.
Un’idea brillante o un incentivo alla delazione?
Scout Park è ancora in fase di test, ma la sua espansione internazionale potrebbe non essere lontana. E se arrivasse in Italia?
In un paese dove trovare parcheggio è spesso un’impresa epica, la piattaforma potrebbe portare benefici tangibili: meno soste selvagge, strade più sicure e traffico più scorrevole. Tuttavia, il rovescio della medaglia è evidente: trasformare i cittadini in “sceriffi digitali” retribuiti potrebbe inasprire i rapporti tra automobilisti, creando tensioni e conflitti.
Se da un lato c’è chi la vede come un’arma efficace contro l’anarchia urbana, dall’altro c’è chi teme che si trasformi in un sistema che premia lo spionaggio tra cittadini, alimentando sospetti e segnalazioni a raffica per un ritorno economico.