Stop agli smartphone tra i banchi: da quest’anno scolastico, tutti gli studenti italiani – dalle elementari fino ai licei – dovranno consegnare il cellulare all’ingresso dell’istituto. La misura, fortemente voluta dal Ministero dell’Istruzione, mira a tutelare la concentrazione, la salute mentale e il benessere degli alunni, riducendo l’esposizione continua agli schermi.
Nuovo anno scolastico, nuove regole
Il divieto, già in vigore lo scorso anno per scuole primarie e medie, è stato esteso ora a circa sette milioni di studenti, includendo per la prima volta anche gli istituti superiori. Lo prevede una circolare ministeriale firmata dal ministro Giuseppe Valditara, che sottolinea l’urgenza dell’intervento sulla base dei dati scientifici riguardanti gli effetti negativi dell’uso eccessivo degli smartphone tra i più giovani.
Un modello condiviso in Europa
Il Ministro ha portato la proposta anche al Consiglio Istruzione dell’Unione Europea, chiedendo alla Commissione Europea di raccomandare il divieto in tutti i Paesi membri. La richiesta ha ricevuto ampio consenso, confermando una tendenza europea alla limitazione dell’uso dei dispositivi mobili a scuola per migliorare l’apprendimento e ridurre il tempo di connessione.
Il 76% dei genitori è favorevole
Secondo un sondaggio realizzato da SWG per il Ministero dell’Istruzione, tre genitori su quattro (76%) si dichiarano pienamente d’accordo con il divieto. La stessa percentuale approverebbe una misura simile in tutta Europa. Inoltre, il 77% dei genitori vorrebbe vietare l’uso dei social agli under 15, a conferma di un crescente allarme sull’impatto digitale nella crescita dei più giovani.
Come funzionerà il divieto a scuola
Per attuare concretamente la misura, le scuole si stanno dotando di armadietti di sicurezza dove gli studenti dovranno riporre i propri smartphone all’ingresso, per poi riaverli alla fine delle lezioni. Una gestione pratica e sicura, che evita l’utilizzo “furtivo” dei dispositivi durante le ore scolastiche e protegge anche i dispositivi da furti o smarrimenti.