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Se hai perso il lavoro a 60 anni, leggi questo prima di disperarti

31 Marzo 2025
IMU, TARI e multe: premi per i virtuosi e stretta sui ritardatari

Foto di Nataliya Vaitkevich: https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-scrittura-scrivendo-soldi-8927687/

Perdere il lavoro a 60 anni significa, nella maggior parte dei casi, restare senza reddito e con pochissime possibilità di reinserimento lavorativo. La ricerca di una nuova occupazione diventa più complessa con l’avanzare dell’età, e l’accesso alla pensione è spesso impossibile per chi non ha ancora raggiunto i requisiti contributivi richiesti.

Naspi: la prima soluzione per chi perde il lavoro

In situazioni come questa, la prima misura da valutare è la Naspi, ovvero l’indennità di disoccupazione per chi perde il lavoro involontariamente. Questo sussidio viene riconosciuto per una durata massima di due anni, pari alla metà delle settimane lavorate nei quattro anni precedenti alla cessazione del rapporto.

L’importo iniziale della Naspi corrisponde al 75% dello stipendio medio percepito, ma diminuisce del 3% al mese dopo i primi sei o otto mesi. È dunque una misura temporanea, utile per affrontare i primi mesi dopo la perdita del lavoro.

Finita la Naspi, resta solo l’Assegno di Inclusione

Terminato il periodo di Naspi, l’unico strumento di sostegno al reddito per chi ha più di 60 anni e si trova senza pensione e senza lavoro è l’Assegno di Inclusione, introdotto in sostituzione del Reddito di Cittadinanza.

Per ottenere l’Assegno di Inclusione è necessario:

  • avere un ISEE inferiore a 9.360 euro;
  • disporre di un reddito familiare annuo sotto i 6.000 euro;
  • non possedere beni immobili (eccetto la prima casa) o risparmi superiori ai limiti previsti.

Il nodo dell’ISEE: come superare l’ostacolo burocratico

Molti cittadini si trovano esclusi dai sussidi non perché abbiano effettivamente reddito, ma perché l’ISEE ordinario si basa su redditi passati, spesso non più rappresentativi della situazione attuale. Ad esempio, nel 2024 l’ISEE tiene conto dei redditi e patrimoni del 2022, quando magari si percepiva ancora uno stipendio o la Naspi.

La soluzione? Richiedere l’ISEE corrente.

ISEE corrente: la chiave per accedere all’Assegno di Inclusione

L’ISEE corrente consente di aggiornare la fotografia economica, tenendo conto della situazione attuale, e non di quella di due anni fa. Per ottenerlo è necessario aver già presentato un ISEE ordinario, dopodiché si può fare richiesta di quello corrente, che ha validità sei mesi ed è rinnovabile.

In questo modo, chi ha perso il lavoro e non percepisce più alcun reddito può rientrare nei parametri per accedere all’Assegno di Inclusione, evitando di restare senza tutele.

La situazione per chi ha 60 anni, nessun lavoro e nessuna pensione è oggettivamente critica. Il sistema offre soltanto due vie concrete: prima la Naspi, poi l’Assegno di Inclusione, ma entrambi richiedono attenzione ai requisiti e una corretta gestione burocratica.

In un contesto così difficile, è fondamentale agire con consapevolezza, aggiornare tempestivamente i propri dati economici e richiedere gli strumenti giusti, per non restare invisibili davanti a un sistema che fatica a offrire risposte.

Elio Monaldo

Elio Monaldo

Sono affascinata dalle storie che trasformano il nostro modo di vedere il mondo e cerco di portare quella stessa trasformazione ai miei lettori.

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