Senso costante di stanchezza, irritabilità, sbalzi d’umore: sintomi che spesso vengono attribuiti allo stress, alla mancanza di sonno o a una vita troppo frenetica. Ma la vera causa potrebbe nascondersi nel piatto, e più precisamente in quegli alimenti che mangiamo ogni giorno senza pensarci due volte: i cibi ultra processati (UPF).
Il nemico invisibile nella dieta quotidiana
Secondo un’indagine condotta da epidemiologi della University of Cambridge, pubblicata sul European Journal of Nutrition, gli adolescenti in Inghilterra ricavano in media il 66% delle calorie giornaliere dagli UPF, ovvero snack confezionati, merendine, bibite zuccherate, fast food e prodotti pronti da cuocere. Una percentuale altissima che, anche se in lieve calo rispetto a dieci anni fa, preoccupa seriamente la comunità scientifica.
Gli effetti sul corpo… e sulla mente
Il problema, però, non è solo l’aumento di peso o il rischio di diabete. Gli UPF interferiscono con il microbiota intestinale, ovvero l’insieme di microrganismi che vivono nel nostro intestino e che svolgono un ruolo chiave anche nella regolazione dell’umore. Alterazioni del microbiota possono compromettere l’asse intestino-cervello, con conseguenze sulla produzione di serotonina, il cosiddetto “ormone della felicità”.
Una dieta sbilanciata può causare infiammazione intestinale e squilibri neurochimici che favoriscono ansia, irritabilità e persino sintomi depressivi.
Lo conferma anche la scienza
Uno studio condotto in Brasile dal Department of Biological Science – Laboratory of Cardiovascular Physiology ha dimostrato, su modelli animali, che una dieta ricca di grassi tipica degli UPF altera l’equilibrio del microbiota e modifica l’espressione genica legata alla serotonina, generando comportamenti ansiosi.
Chi è più a rischio?
La ricerca inglese ha rivelato che il consumo di UPF è più elevato:
- Tra gli adolescenti caucasici rispetto ad altre etnie;
- Nelle famiglie a basso reddito;
- Nelle regioni settentrionali del Regno Unito, rispetto al sud e a Londra;
- Tra gli 11 e i 18 anni, con un lieve miglioramento dopo la maggiore età.
Mangiare bene è fondamentale non solo per il corpo, ma anche per la mente. Scegliere cibi freschi, preparati in casa e limitare il consumo di UPF potrebbe essere la chiave per migliorare la qualità della vita… e dell’umore.