Un terremoto di magnitudo 7.4 ha colpito la regione della Kamchatka, nell’Estremo Oriente della Russia, generando inizialmente un’allerta tsunami per le zone costiere vicine. Il sisma è stato registrato dall’USGS (United States Geological Survey) con un epicentro situato a 111 km a est di Petropavlovsk-Kamchatsky, e a una profondità di 39,5 km.
Secondo il Pacific Tsunami Warning Center, onde potenzialmente pericolose potevano raggiungere le coste entro un raggio di 300 chilometri dall’epicentro. Tuttavia, nelle ore successive, l’allarme tsunami è stato declassato, con la previsione di lievi variazioni del livello del mare, riducendo così il rischio di danni concreti.
Un’area già segnata da terremoti devastanti
Non è la prima volta che la penisola della Kamchatka viene colpita da un evento sismico di rilievo. Solo lo scorso 30 luglio, un terremoto di magnitudo 8.8 – tra i più forti degli ultimi decenni – ha provocato tsunami con onde alte fino a 4 metri, causando evacuazioni da Hawaii al Giappone. In quella occasione, si è osservato anche uno spostamento geologico della parte meridionale della penisola di circa 2 metri verso Sud-Est.
Perché la Kamchatka è così sismica
La regione si trova nel cuore del cosiddetto “Anello di Fuoco” del Pacifico, una delle aree più attive al mondo per terremoti ed eruzioni vulcaniche. I forti terremoti in Kamchatka sono causati principalmente dal processo di subduzione: la placca del Pacifico si spinge sotto la placca di Okhotsk, accumulando tensione tettonica fino al rilascio improvviso di energia.
Questa dinamica rende la zona costantemente a rischio di eventi sismici anche di elevata intensità, come dimostrano gli episodi recenti.