Una serie di forti scosse di terremoto ha colpito l’oceano Pacifico al largo della Penisola della Kamchatka, nell’Estremo Oriente della Russia. Il sisma principale, di magnitudo 7.4, è stato registrato domenica a circa 144 chilometri a est della città costiera di Petropavlovsk-Kamchatsky, ad una profondità di 20 chilometri.
Il Centro di Allerta Tsunami del Pacifico ha emesso un primo avviso di possibile tsunami, poi fortunatamente revocato dopo ulteriori verifiche. L’evento ha destato grande preoccupazione in una delle aree più sismiche al mondo, ma al momento non si segnalano danni significativi o vittime.
Sequenza sismica intensa: scosse superiori a magnitudo 6.5
Il terremoto principale è stato preceduto da una prima scossa di magnitudo 6.7, avvenuta pochi minuti prima. Anche il Centro di Ricerca Tedesco per le Geoscienze (GFZ) ha confermato la sequenza sismica, rilevando due eventi superiori a magnitudo 6.5, con profondità stimate intorno ai 10 chilometri.
Le autorità locali e gli istituti di monitoraggio internazionali mantengono alta l’attenzione sulla zona, soprattutto per la possibilità di repliche sismiche o onde anomale, anche se l’allerta tsunami è stata ufficialmente revocata.
La Kamchatka nella morsa dell’Anello di Fuoco
La penisola della Kamchatka si trova in un’area tra le più instabili del mondo, inserita nel celebre Anello di Fuoco del Pacifico, una zona caratterizzata da altissima attività sismica e vulcanica. Qui, la placca pacifica si immerge sotto quella nordamericana, generando frequentemente terremoti violenti.
La città principale, Petropavlovsk-Kamchatsky, che conta circa 180mila abitanti, ha avvertito chiaramente le scosse ma non ha riportato danni alle infrastrutture principali.
Terremoti frequenti e precedenti storici devastanti
Non è raro che la Kamchatka venga colpita da scosse di magnitudo superiore a 7. L’evento più devastante rimane il terremoto del 1952, di magnitudo 9.0, che provocò uno tsunami con onde di oltre 9 metri alle Hawaii, causando ingenti danni pur senza vittime dirette.
La regione continua a essere monitorata con costanza dai centri sismologici internazionali, viste le sue caratteristiche geologiche che la rendono estremamente vulnerabile a terremoti e tsunami.