In meno di ventiquattr’ore, la tensione tra Stati Uniti, Iran e Israele si è trasformata in un inatteso spiraglio diplomatico. Dopo una controffensiva iraniana annunciata e quasi scenografica contro basi americane in Qatar – senza vittime né danni significativi – è arrivato l’annuncio choc del presidente Donald Trump: cessate il fuoco completo tra Iran e Israele.
A renderlo noto è stato lo stesso tycoon attraverso un post su Truth Social, in cui ha scritto: “Congratulazioni a tutti! Israele e Iran hanno concordato un cessate il fuoco totale tra circa sei ore, una volta terminate le operazioni in corso. Dopo dodici ore, la guerra sarà ufficialmente finita!”. Trump ha anche parlato di una “fine della guerra dei 12 giorni”, evocando il ricordo del conflitto dei Sei Giorni del 1967.
Trump: “Il Medio Oriente è il vero vincitore”
Secondo quanto dichiarato da Trump, il piano sarebbe scattato in due fasi: prima l’Iran, poi Israele, seguendo un cronoprogramma dettagliato. Il tycoon ha affermato che entrambe le parti “si sono avvicinate a lui contemporaneamente”, definendo l’intesa “storica e senza precedenti”. A sostegno della svolta diplomatica, anche la Casa Bianca ha celebrato il cessate il fuoco come un successo mai raggiunto da altri leader.
Le ore decisive dopo l’annuncio
Nonostante l’accordo, nella notte sono proseguiti scambi di missili e attacchi aerei, anche se entro i limiti temporali annunciati da Trump. L’Iran ha poi ufficialmente annunciato la fine delle operazioni militari, mentre Israele avrebbe ancora alcune ore per rispettare la tregua, secondo i tempi previsti.
Il ruolo decisivo del Qatar nella mediazione
Secondo fonti vicine al governo israeliano, la tregua sarebbe stata negoziata direttamente tra Trump e il premier israeliano Benjamin Netanyahu, già nelle prime ore di lunedì. Tuttavia, un ruolo determinante l’avrebbe avuto il primo ministro del Qatar, Al Thani, che si sarebbe mosso per convincere Teheran a fermarsi.
Proprio attraverso canali diplomatici qatarini, l’Iran avrebbe inviato un messaggio alla Casa Bianca annunciando che la sua risposta militare era conclusa. Gli Stati Uniti, in cambio, avrebbero garantito che non ci sarebbero state ritorsioni militari, riaprendo così la possibilità di negoziare sul programma nucleare.
Tregua fragile o vera svolta diplomatica?
La domanda ora è una sola: seguiranno i fatti alle parole? Dopo dodici giorni di escalation e un conflitto temuto su scala regionale, il cessate il fuoco potrebbe rappresentare una svolta storica nei rapporti tra Iran, Israele e Stati Uniti. Ma molto dipenderà dalla tenuta dell’accordo e dalla volontà politica delle parti coinvolte. L’orologio diplomatico corre, e il mondo osserva.