Il fenomeno delle truffe telefoniche si evolve e prende nuove forme, sempre più subdole. È il caso dello spoofing, una tecnica che consente ai malintenzionati di camuffare il numero chiamante, facendo apparire sullo schermo un contatto falso, apparentemente associato a una compagnia telefonica reale. Proprio questa pratica ha spinto Iliad a presentare un esposto al Tribunale di Milano, dopo un tentativo di raggiro ai danni di un suo stesso dipendente.
Cos’è lo spoofing e come funziona la truffa
Con lo spoofing (Calling Line Identification Spoofing), i truffatori alterano il numero visualizzato sul display del ricevente per farlo sembrare affidabile. Una volta risposto, parte un messaggio registrato che allude a un’imminente rimodulazione del contratto telefonico. All’utente viene chiesto di premere un tasto per identificare l’operatore, dopodiché viene messo in contatto con un finto operatore.
In molti casi, come in quello raccontato da Michele Rillo, 34 anni, residente a Roma e dipendente Iliad, la conversazione prosegue con la proposta urgente di cambiare contratto per evitare disservizi. Si arriva infine a una vera telefonata commerciale, in cui un operatore reale (di un call center legittimo) finalizza il passaggio a un nuovo gestore, sulla base di informazioni ottenute con l’inganno.
Il meccanismo in tre fasi: spoofing, lead generation e teleselling
Il meccanismo della frode si articola in tre passaggi:
- Spoofing del numero di telefono per guadagnare fiducia e far rispondere l’utente.
- Finta emergenza per ottenere i dati: il malcapitato fornisce informazioni convinto di parlare con il proprio operatore.
- Vendita del contatto (lead) a un call center legittimo, che propone un contratto reale, ma ottenuto con modalità ingannevoli.
L’esposto di Iliad: “Colpire la filiera criminale”
Iliad ha deciso di reagire legalmente, presentando un esposto in Procura e una segnalazione ad Agcom. L’amministratore delegato Benedetto Levi ha dichiarato: “Queste attività danneggiano l’intero settore e la fiducia dei consumatori. Serve colpire non solo chi chiama, ma chi costruisce il business truffaldino vendendo contatti ottenuti con menzogne”.
Autorità in allerta: l’Antitrust apre un’indagine, Agcom interviene
Il caso Iliad si inserisce in un contesto di allerta crescente. L’Antitrust ha avviato un’istruttoria su sette call center, mentre Agcom ha già adottato provvedimenti per contrastare lo spoofing. Intanto, cresce la richiesta di regole più stringenti sul telemarketing e maggiore tutela per i consumatori.