Lettera anonima:
Cara Redazione,
mi chiamo Martina, ho 39 anni, sono sposata da undici con Luca, non abbiamo figli e viviamo a Bologna. La nostra relazione è nata all’università, un amore giovane, sincero, fatto di sogni condivisi e risate infinite. Abbiamo superato crisi economiche, traslochi, progetti che non si sono mai realizzati, e ci siamo sempre tenuti per mano.
Negli ultimi tre anni, però, qualcosa si è spento. Non c’è stato un tradimento o un evento drammatico, solo… il silenzio. Quello che all’inizio era complicità ora è diventata distanza. Viviamo sotto lo stesso tetto, ma è come se fossimo coinquilini cortesi. Parliamo solo del necessario, dormiamo a orari diversi, e il sesso è diventato un ricordo sbiadito.
A fine febbraio, per il compleanno di una mia cara amica, sono andata a Verona per un weekend tra donne. Una di quelle fughe per staccare, tra spa, vino e risate. Il sabato sera, ci siamo fermate in un piccolo locale con musica dal vivo. È lì che ho conosciuto Filippo, 42 anni, architetto, single da tempo. Aveva un sorriso caldo e uno sguardo diretto, uno di quelli che ti leggono dentro senza essere invadenti.
Mi ha invitata a ballare, e ho accettato. Non ballavo così da anni. Durante il ballo abbiamo parlato, niente di provocante o fuori luogo. Solo parole semplici, ma cariche di attenzione. Dopo, ci siamo seduti a bere qualcosa. Mi ha fatto domande vere, profonde, e mi ha ascoltata come nessuno faceva da tempo.
Ci siamo scambiati i contatti senza troppi giri di parole. “Se ti va di parlare ancora, sai dove trovarmi”, ha detto. Io ho sorriso, ho pensato che non lo avrei fatto. E invece… l’ho fatto.
Da quel weekend, ci sentiamo quasi ogni giorno. Messaggi, lunghe telefonate serali mentre Luca guarda la TV in salotto. Con Filippo ho ritrovato leggerezza, ironia, e una parte di me che credevo sepolta. Non ci siamo ancora rivisti, ma il desiderio c’è, e la fantasia corre più veloce della realtà.
Non ho mai tradito Luca, almeno non fisicamente. Ma mi sento già colpevole. A volte guardo mio marito e mi chiedo se anche lui si sente così solo, o se ha semplicemente smesso di cercarmi.
Dentro di me si combattono due forze opposte: da un lato la fedeltà a una storia lunga, costruita con impegno e rispetto; dall’altro la voglia di risentirmi viva, amata, scelta. Filippo non mi ha mai messo pressione, ma mi ha detto chiaramente che se decidessi di vederlo, lui sarebbe felice.
E io non so cosa fare. Chiudere tutto con Filippo e provare a risollevare un matrimonio che non so più se ha basi solide? Oppure seguire questa nuova corrente che mi sta trascinando e vedere dove porta, anche a costo di ferire qualcuno?
Con il cuore in tempesta,
Martina
Risposta della Redazione:
Cara Martina,
il tuo racconto è pieno di verità silenziose che tante persone vivono e non hanno il coraggio di raccontare. Non stai cercando una scappatoia facile, lo si capisce: stai cercando di capire cosa è rimasto di te in una vita che sembra non contenerti più.
Prima di decidere se continuare a scrivere con Filippo o se chiudere, è fondamentale guardare dentro il tuo matrimonio. Hai mai parlato apertamente a Luca di questa distanza, di questa solitudine condivisa? C’è spazio per il confronto, per provare a ricostruire, anche se fosse difficile e doloroso?
Filippo rappresenta una novità, un respiro. Ma se non capisci fino in fondo cosa manca nella tua relazione attuale, rischi di portare le stesse ferite in qualunque altra storia.
Non fare nulla per senso di colpa. Ma nemmeno per impulso. Agisci per amore di te stessa. La verità a volte non è una scelta tra due persone, ma tra la vita che hai e quella che desideri davvero.
Con empatia e attenzione,
La Posta di Insider
Questa storia riflette situazioni reali, ma i fatti e i nomi sono stati anonimizzati. Pertanto, eventuali somiglianze con persone reali o fatti accaduti sono puramente casuali e non intenzionali.