In casa, quando ci si sposta con i mezzi, nei locali pubblici. La musica tiene compagnia ovunque. E, se il 50,4 per cento preferisce godersela a domicilio magari sdraiato sul letto , il 32,7 non disdegna di accendere la radio mentre sta per viaggiare o raggiungere il luogo di lavoro per avere una colonna sonora che gli dia una sferzata alla giornata. La voce locali pubblici, invece, sembra essere meno gettonata perché si ferma a circa il 10 per cento. E poi vi è la galassia di chi non si perderebbe un concerto del proprio beniamino nemmeno per sbaglio. La musica parla soprattutto la lingua dei giovani e a provarlo in modo inoppugnabile sono almeno due dati: il primo, numerico, porta a soffermarsi su quell’84 per cento che sceglie la modalità dello streaming mentre un sei continua a preferire la tradizionale radio, il primo è la fascia compresa tra 18 e 24 anni appartenente soprattutto alla fascia nord-est del paese. Dopo il chi degli ascoltatori, è d’obbligo soffermarsi sul che cosa.
L’effetto Festival di Sanremo sembra più essere di trascinamento che non di attenzione reale alla kermesse. Ovvero, come un elemento accessorio che non altera però la passione per il proprio cantante di riferimento. Ondarock ha fatto ordine nella lista dei più venduti e induce a qualche considerazione di massima. Dei primi dieci, solo quattro ovvero Annalisa, Mahmood, Rose Villein e Geolier sono strettamente riconducibili alla kermesse della riviera dei fiori. Non lo è invece, almeno al momento, Tony Effe che con la sua Icon ha stracciato la concorrenza. Non lo sono Kid Yugi con Il nome del diavolo, Tedua con il titolo altisonante La divina commedia, Club Dogo quarto con l’album omonimo, Sfera ebbasta con X2 VR e Capo Plaza con Ferite. Annalisa seduce i teen ager (ma a quanto pare non solo) con la sua “E poi siamo finiti nel vortice” con la sua alleanza canora con Tananai e con una serie di colleghi con cui ha stretto un legame granitico sul piano artistico. Forse accolta un po’ tiepidamente a Sanremo e ne fa fede la sua bassa posizione di classifica, Rose Villain con Radio Sakura ha però scalato i cuori di diversi fan. Mahmood continua a essere stabile presenza nelle preferenze con Nei letti degli altri e Geolier, il cui ascolto non si limita alla terra di Partenope pur se la musica è espressa in rigoroso vernacolo napoletano, si fa ascoltare con “Il coraggio dei bambini”.
LA CLASSIFICA DEI SINGOLI
In questo caso Mahmood si rivela inossidabile con la sua Tuta Gold che non è andata a prendersi la palma sulla riviera dei fiori ma dimostra di saper intercettare le corde delle giovani generazioni. Qui l’effetto Sanremo pare avvertirsi di più con I ‘p me tu p’te di Geolier che, seconda a Sanremo, lo è anche nella classifica dei singoli più venduti. In fotocopia di Sanremo è anche Annalisa con la sua Sinceramente con cui, con qualche lacrimuccia spuntata sul palco, puntava a metterci la ciliegina sulla torta dell’indubbio successo riscosso con Mon amour ma ha fallito l’obiettivo. Ci si attenderebbe di trovare sul palco dei singoli più desiderati Angelina Mango ma la sua La Noia, cumbia adatta a far fare un po’ di ginnastica anche a chi con l’ars danzatoria non ha particolare confidenza, si ferma al quinto posto guardando dal basso Lazza, uno che con Cenere Sanremo l’aveva frequentata con profitto giungendo inaspettatamente secondo. E se Ghali continua a distendersi sul cuore di chi cerca musica alternativa con il suo Casa mia che non si limita certo alla rima cuore -amore ma lancia messaggi di universalità, i Kolors stazionano al decimo posto con Un ragazzo una ragazza. Che è canzone , non solo per il suo essere maggiormente recente, più ricordata e apprezzata di quella pur accattivante Frida mai mai mai con cui salirono sul palco sanremese nel 2018, dove Frida è l’artista Frida Kahlo per vero senza lasciare troppa traccia. Stavolta il solco lasciato è più profondo, con una canzone meno pretenziosa ma in grado di scavare di più. In tutto ciò vi è chi anche si concede la bellezza di due brani nelle top ten, Rose Villain che ha azzeccato l’ambo facendo accoppiare la sua Click boom sanremese a Come un Tuono in coabitazione con Guè. E anche Geolier, non contento del riconoscimento sanremese, piazza al nono posto l’Ultima poesia in coppia con Ultimo.
Comune denominatore ? Giovani gli interpreti, giovani gli ascoltatori. Le generazioni d’un tempo paiono cullarsi con altri generi musicali, anche se qualche teenager con i capelli bianchi sembra voler cercare un’incursione nel mondo canoro attuale. Ma, sorpresa sia pur non troppo, nel corso del 2024 a essere maggiormente ascoltata è una cantante che definire tale è piuttosto riduttivo e ha sicuramente lasciato un ricordo indelebile nel mondo dello spettacolo a trecentosessanta gradi. Chi? Raffaella Pelloni in arte Carrà. Da “Fiesta” a “Come è bello far l’amore da Trieste in giù” lei, ora in altra dimensione, in un’altra dimensione di emozione ci sa ancora proiettare moltissime persone. Il dato sfornato da Spotify che indica oltre 15 milioni di ascoltatori che sulle sue canzoni si soffermano ancora amabilmente lascia ben pochi dubbi.